i primi 20 minuti entreranno nella storia del cinema come i primi 20 di “salvate il soldato ryan”.
cosa succede quando un regista europeo gira un film “americanissimo”? succede questo, un film eccezionale.
non passa inosservato quello scorpione dorato sul giubbotto bianco del protagonista, oggetto di numerosissimi primi piani durante il film. il messaggio sottinteso viene ripetuto perchè non sfugga a nessuno: lui è uno scorpione.
ora, nonostante anche gli 883 ne abbiano fatto una canzone o morgan l’ abbia raccontata in Xfactor, forse non tutti sono a conoscenza della favola della rana e lo scorpione.
in realtà negli ultimi anni mi è capitato di ritrovarmela spesso in diversi ambiti sia letterari, fumettistici che cinemetografici. alle volte succede, quasi come fosse un fenomeno da “massa critica”, che un’ idea venga condivisa in un breve lasso di tempo senza una ragione specifica, soprattutto a discapito del marasma d’ informazioni che vengono vomitate ogni secondo dai media. molto di questo si dilegua senza lasciar traccia, poco invece resta stampato nelle menti e continua a scorrere. come se fosse giunto il tempo, il tempo per quell’ idea di rappresentare un’ epoca. o di cambiarla.
ma ritorniamo al film. ecco, un altro regista probabilmente consapevole che a certi spettatori devi spiegare tutto, sicuramente avrebbe speso qualche metro della pellicola per raccontarci nuovamente la cinica storiella. questo però non succede in drive, diventa solo un’ aura che racchiude tutta la vicenda. come a dire: “io la butto lì, se la conosci bene, se non la conosci è giunto il tempo per te d’ informati, ma non ti sollevo dall’ onere di farlo da solo perchè non sono qui per insegnati nulla, non è il mio compito.”
come lo scorpione, il protagonista non è “buono”, ma neppure “cattivo”. è semplicemente nato per fare delle cose e quelle sono. niente e nessuno può cambiare la sua natura, tantomeno l’ amore.
macchine veloci quasi fluorescenti, soldi, delinquenti, inseguimenti. mancano solo quelle quattro troie che si strusciano contro la carrozzeria e poi sembrerebbe il classico polpettone fracassone tamarro alla “fast & furious”. invece no.
il fim con macchine, quasi tutte grigio/nere, ed inseguimenti, pochi, più silenzioso a cui si possa assistere. in fondo è giusto, se devi scappare velocemente, mica vorrai farlo lasciando dietro di te macchine distrutte come fossero briciole di pane o un rombo di motore che segnala la tua presenza a 10 miglia di distanza? no di certo, perchè se lo desideri saresti solo un tamarro del cazzo con gigi d’ alessio “a palla” strillare dallo stereo.
la “natura” dello scorpione invade la scena solo nella seconda parte del film, come è giusto che sia. i tempi “drammatici” sono importanti come quelli comici. non bisogna correre, perchè non è il finale a far ridere, o tremare, ma è come si arriva a quel finale che amplificherà il risultato.
lui guarda lei per diversi minuti, forse quattro parole vengono dette, ma nulla di più. l’ attrazione è un lungo sguardo muto, anche perchè il silenzio alle volte dice più di mille parole. questa una delle scene più belle del film. non perchè sono un romantico, ma perchè il silenzio è davvero “emozionante”. pochi sono in grado di sopportarlo e gestirlo, anzi provoca ai più solo grande imbarazzo perchè genera insicurezza. è una grande prova di forza invece. ma la gente ne ha paura e quindi lo detesta.
…ora mi chiedo, ma qualcuno leggerà davvero tutto quello che scrivo? vabbè, andatevi a vedere il film… ch’è meglio.
p.s. nella strepitosa colonna sonora presente anche un “pezzo” del nostro riz ortolani, compositore ai livelli di ennio morricone ma immeritatamente meno famoso… chissà perchè, poi?