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Droga e immigrazione due questioni connesse

Creato il 25 marzo 2015 da Enniorega

Tutte le strade sono ancora per­cor­ri­bili. Quella che noi auspi­che­remmo è quella della depe­na­liz­za­zione, della decar­ce­riz­za­zione e dell’umanizzazione.

Droga e immigrazione due questioni connesse  Droga e immigrazione due questioni connesse

“In primo luogo quando si annun­ciano norme più severe e pene più alte per i furti in appar­ta­mento solo per­ché sta­ti­sti­ca­mente  in crescita, pur riconoscendo che tutti gli altri delitti decre­scono, si com­mette un grave errore con­cet­tuale. Il diritto penale deve essere sem­pre quello, non deve cam­biare a ogni rile­va­zione Istat. Altri­menti se dimi­nui­scono gli stu­pri dovremmo poi ridurre le pene relative.  In secondo luogo non è con­vin­cente la discus­sione intorno all’aumento dei tempi di pre­scri­zione a par­tire dalle note vicende di cor­ru­zione, anche in que­sto caso sull’onda dell’emergenza (qui è ridi­colo par­lare di emer­genza visto quanto acca­duto negli ultimi quarant’anni).  La pre­ven­zione della cor­ru­zione non avviene allun­gando i tempi di pre­scri­zione anche per tutti gli altri reati, oltre che per quelli di con­cus­sione e corruzione. Così si arriva a soste­nere che sia nor­male essere con­dan­nati a vent’anni dal fatto com­messo, anche se si tratta di un reato in vio­la­zione della legge sulle dro­ghe o di un furto. È inde­cente pas­sare un quarto della pro­pria vita in attesa di una sen­tenza di con­danna. C’è chi invece in Ita­lia non rischia mai alcuna con­danna. Si tratta della figura cri­mi­nale del torturatore. In Ita­lia manca il delitto di tor­tura nel codice penale nono­stante gli obbli­ghi inter­na­zio­nali assunti. “

Da Il Manifesto (Patrizio Gonnella, Presidente di Antigone)


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