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Droni e lavoro: nuovi posti liberi grazie alla tecnologia?

Da B2corporate @b2corporate
Nell’ultimo periodo si è spesso parlato dei droni con videocamera, noti anche come multirotori, dei piccoli elicotteri multielica radiocomandati che possono volare grazie alle abilità di appassionati, ma non necessariamente esperi, piloti. Secondo gli esperti del settore tecnologico questi dispositivi non rappresentano solo un modo divertente per divertirsi a scattare fotografie e realizzare video, ma potrebbero aprire anche le porte del mondo del lavoro a un numero importante di persone: per l’Unione Europea infatti è possibile dare il via libera a 150mila nuovi posti di lavoro entro il 2050.
Tutto questo perché i droni si sono insinuati attivamente all’interno del mercato che va dalla manifattura alla ricerca, passando anche per lo sviluppo software. Proprio per questo molti giovani disoccupati che faticano a trovare lavoro sembrano essere interessati all’idea di poter pilotare droni per offrire servizi a diversi mercati sul territorio nazionale ed europeo.
Sfruttando questi droni (visto che vi sono anche molti droni a prezzi economici) si ha la possibilità di entrare a contatto con diversi settori che prevedano l’uso di immagini e riprese video, dedicate così sia al settore giornalistico che cinematografico, passando poi ai supporti per rilievi topografici o all’agricoltura. Vi sono però delle note dolenti legate a questa possibilità: non è infatti da considerarsi immediato l’avvio di questi lavori, poiché è fondamentale non improvvisarsi cineamatori.
Secondo Marco Donandoni, Direttore generale di AeroDron infatti l’uso di droni “vuole dire investire nel proprio futuro in modo consapevole conoscendo il complesso percorso che in base alle leggi italiane tutelate da Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) deve essere messo appunto per agire a norma e in sicurezza”.
E’ fondamentale essere quindi piloti, ottenendo un brevetto consegnato dalle scuole legate all’Enac stesso, potendo poi investire nell’acquisto di dispositivi professionali, non giocattolo il cui costo è particolarmente elevato. La formazione, l’insegnamento, le esperienze personali sono quindi alla base di nuove figure professionali che sembrano essere ben delineate, ma forse non così a portata di mano nel breve periodo.

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