Se c’è un genere che non ho mai smesso di ascoltare e amare è quello riguardante la musichetta Indie Rock cazzona e ruffiana che dalla fine degli anni ’90\ inizio 2000 si è diffuso pressoché ovunque.
Oggi si parla di questo gruppetto americano, anche se il frontman è gallese, che ha fatto cover di Adam Green, ha realizzato un ep nel 2012, “Between Us Girls”, e ora arriva con un album completo: i Drowners e il loro esordio omonimo.
Le presentazioni:
Matt Hitt (voce\chitarra),
Jack Ridley (chitarra),
Erik Snyder (basso),
David Rubin (batteria).
La band prende il nome dal primissimo singolo dei Suede, anche se le influenze principali si riferiscono agli Smiths, in particolar modo a certi giri di chitarra che ricordano Johnny Marr (“Long Hair”), e al Punk di Buzzcocks e Eddie & The Hot Rods (“Bar Chat”).
La prima cosa che viene all’orecchio, però, è quella sfacciataggine di inizio 2000 tipica di band come Libertines, Strokes e, successivamente, Paddingtons, primi Wombats e Vaccines: canzoni velocissime (non superano i tre minuti e mezzo), melodie orecchiabili e ripetitive, ritornelli che restano in testa dopo pochissimi ascolti.
I Drowners si mostrano più ruvidi in certe tracce, ma in altre viene eseguita l’indie-pop più dolce: in entrambi casi domina quella spensieratezza che ha caratterizzato la parte strumentale di molti gruppi del genere.
Una band che si trova tra il Britpop (revival), il garage e l’Indie Rock e che, sicuramente, conquisterà una buona parte di pubblico grazie alla schiettezza e all’orecchiabilità delle dieci tracce che costituiscono l’album d’esordio.
QUI potete trovare lo streaming integrale dell’album.
Tracklist:
Ways To Phrase A Rejection
Long Hair
Luv, Hold Me Down
Watch You Change
You\’ve Got It Wrong
Unzip Your Harrington
Pure Pleasure
Bar Chat
A Button On Your Blouse
Let Me Finish
Well, People Will Talk
Shell Across The Tongue