Cargo Editore, due testi decisamente molto originali, frutto del lavoro di ricerca di un editore attento alle novità e ai cataloghi storici del mondo: nel primo libro il personaggio principale è una sorta di Soldato Schweik alla rovescia, disposto a tutto pur di tornare a combattere tra le fila dei soldati del Reich..
Nel secondo è il mondo Yiddish della Romania degli anni Trenta, con una stramba compagnia teatrale, ad essere protagonista.
Paesaggio di cemento, Jacov Lind, Cargo editore
Il sergente Gauthier Bachmann è il perfetto soldato nazista. In seguito alla terribile sconfitta subita a Woroschenko, dove la maggior parte del suo reggimento di fanteria viene trucidata in un solo colpo, Bachmann è dichiarato inabile al servizio. Incapace di accettare tale decisione e di ritornare a una vita tranquilla, Bachmann vaga attraverso campagne devastate dalla guerra, cercando di riunirsi al suo o, in alternativa, a qualsiasi altro reggimento. È disposto a tutto, pur di tornare al fronte, in prima linea, e dimostrare alla patria il proprio valore. Nel suo peregrinare sarà costretto a confrontarsi con gli orrori che ha visto e compiuto, e verrà ingannato e manipolato da una serie di personaggi – disertori e collaborazionisti, ufficiali corrotti e predatori sessuali – che se ne serviranno per perseguire i loro fini venali, cercando di confondersi con il contesto di omicidi ed efferatezze istituzionalizzati dalla guerra. Introduzione di Joshua Cohen.
Il folle cabaret del professor Fabrikant , Yirmi Pinkus, Cargo
Quando l’illustre e facoltoso professor Fabrikant muore, lascia a suo nipote Herman un’insolita eredità: un cabaret. O meglio, una compagnia di teatro in lingua yiddish formata da sette attrici non più giovanissime che, perse le loro grazie, cercano in ogni modo di riconquistare una fama e un pubblico ormai in declino. Siamo nella Romania degli anni Trenta e, nonostante il plumbeo orizzonte che s’addensa sull’Europa, Pinkus mette in scena un piccolo e divertente teatrino (è proprio il caso di dirlo!) in cui vedremo le sette signore litigare tra loro, spettegolare, risolvere uno strano caso di gioielli scomparsi… e lottare – stavolta tutte unite – contro l’avara e terribile madre di Herman, una megera che vorrebbe sbattere quelle deliziose e scoppiettanti vecchiette in una casa di riposo (buttando via la chiave ovviamente) per mettere le mani sul leggendario “tesoro” del suocero. Questo singolare romanzo d’esordio è un incredibile pasticcio (nel miglior senso del termine, che è quello letterale: di gourmet e di pasticceria) di fantasia, invenzione e ricostruzione storica. Pieno di humour e dialoghi piccanti, gag e battute, umorismo ebraico e ironia yiddish, allegro e spassoso, come si addice al miglior cabaret di tradizione centro-europea. Si ride di gusto… e pian piano ci si affeziona alle sue sette improbabili star. Con ventotto disegni dell’autore. Prefazione di Moni Ovadia.