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Due Chiacchiere con… Francesca Scotti

Creato il 25 maggio 2011 da Nasreen @SognandoLeggend

Due Chiacchiere con… Francesca Scotti

 

fra
FRANCESCA SCOTTI

 

Biografia

Francesca Scotti, nata a Milano, avvocato, assistente universitaria, violoncellista e autrice del libro “Qualcosa di simile”, in uscita il 25 maggio 2011.

Sito: www.qualcosadisimile.it

 

Un benvenuto a Francesca Scotti, scrittrice emergente milanese, autrice del libro “Qualcosa di simile”. Ciao Francesca, ti presento ai lettori di Sognando Leggendo! Hai l’onore di essere la mia prima intervistata!

  • Ti va di parlarci un po’ di te?
  • Prima di tutto ti ringrazio per questo spazio e direi che l’onore è reciproco: sono felice di essere la tua prima intervista e spero che sia un buon inizio per entrambe.
    Come biografa non ufficiale (!) di me stessa ti dico che sono milanese, studio il violoncello e che per lavoro mi occupo di tutela dei consumatori, ma questa è un’altra storia!

  • Ora che sappiamo qual cosina in più su di te, vuoi raccontarci com’è nata la tua passione per la scrittura? Da bambina avresti mai immaginato di pubblicare un libro?
  • Da bambina ero una divoratrice di libri. Nei primi anni solo in senso letterale, poi, per fortuna, solo in senso metaforico! Le passioni per la musica e per la letteratura mi hanno accompagnata sin da piccola, anche grazie alle continue sollecitazioni da parte dei miei genitori. Non ho mai pensato di scrivere narrativa ma la scrittura è stata, fin dall’inizio, uno dei miei strumenti preferiti per comunicare con le persone a cui volevo bene. Quindi fiumi di lettere.

  • Come ti è venuta l’ispirazione per “Qualcosa di simile”? Come ti sei sentita a progetto ultimato?
  • Più che un’ispirazione direi che questi racconti sono nati dal bisogno di scrivere, che poi ha preso varie forme. Scrivendo mi sono accorta del legame profondo che lega ogni storia; come, situazioni che appaiono distanti, siano in realtà prossime. Ho voluto concentrarmi sull’eco che gli eventi della vita producono e sulla consequenzialità apparentemente casuale di alcuni incontri.
    E’ stata una grande gioia per me pubblicare con Italic peQuod e il percorso che ho fatto con loro è ciò che mi ha permesso di essere davvero felice per questo libro.

  • Com’è strutturato il tuo libro? Di cosa parla?
  • Il libro è articolato in 10 racconti. Le tematiche sono ricorrenti: la musica, l’oriente, il cibo, le amicizie. Sempre accompagnate dalle loro ombre inquietanti. La crudeltà di alcuni rapporti umani, di certe dinamiche dalle quali è difficile sottrarsi. Ogni storia consegna alla successiva un elemento. E per contro, la successiva completa la precedente con un dettaglio. Una sorta di “indizio” che non vuole essere essenziale ma che spero arricchisca e accompagni la lettura, manenedo sempre viva la curiosità. Per questo ho scelto di non dare un titolo a ciascun racconto ma identificarli solo con un numero, come le componenti di un’unica visione.

  • C’è stato qualcuno che ha già letto il libro in anteprima? Che riscontri hai avuto?
  • Alcuni amici molto cari hanno letto i racconti in divenire. E mi hanno dato consigli preziosi ed essenziali oltre che le energie per procedere senza scoraggiarmi. Per questo non posso che ringraziarli infinitamente.

  • Quali sono i tuoi progetti futuri in questo campo?
  • Spero che la scrittura resti una mia compagna anche per il futuro.La voglia di raccontare tante altre storie è in me molto viva.

  • Quali sono i tuoi autori preferiti? E i tuoi modelli letterari?
  • Devo confessarti di essere soggetta a “innamoramenti letterari” continui. Sono sempre alla ricerca di nuovi maestri, di nuove scritture. I miei ultimi due grandi amori sono Mavis Gallant e Inoue. Poi ho i miei modelli, i libri senza i quali difficilmente riesco a muovermi – ho bisogno di averli sempre a portata di mano – e tra loro Yoko Ogawa, Alice Munro, Tommaso Landolfi e Giorgio Manganelli.

  • Qual è stata la tua esperienza con la casa editrice? Ti sei sentita abbastanza supportata?
  • Con Italic peQuod è stata una grande esperienza, fatta di stima reciproca, di delicatezza e di professionalità. Il lavoro che ho fatto sul testo sotto la guida di Marco Monina, ha arricchito molto Qualcosa di simile, senza trasfigurarlo minimamente. Anche il rapporto con gli altri scrittori pubblicati dalla casa editrice è stato di grande solidarietà e sostegno. E questo ha contribuito ad accrescere la già intensa esperienza della nascita di un libro.

  • Che impressione ti ha dato la giungla editoriale italiana? Tu che hai viaggiato molto, hai notato delle differenze rispetto all’estero?
  • Sono reduce dalla fiera di Torino, dall’imensità del mondo dell’editoria. Probabilmente si tratta di un ambiente saturo anche se forse oggi un po’ tutti i settori lo sono. Ma devo dire che, pur sentendomi un chicco di riso nel granaio, non ne sono uscita avvilita. Scrivere resta per me una necessità che diventa piacere. La pubblicazione e l’editoria arrivano dopo. Credo che sia dunque importante non confondere le due cose e se si ha davvero a cuore la scrittura continuare a praticarla senza credere che solo la pubblicazione possa dare senso a ciò che si fa.

  • Sia tu che tuo marito insegnate all’Università. Che cosa ci puoi dire delle modalità di pubblicazione delle case editrici di testi didattici e specialistici? Sei d’accordo sul fatto che siano a pagamento?
  • Io non ho mai avuto esperienze di scrittura in ambito scientifico quindi non ti posso portare il mio vissuto in tal senso. Credo comunque che l’università italiana stia attraversando un periodo di grossa sofferenza, anche dal punto di vista del sostegno alla produzione scientifica.

  • E ora passiamo a un piano più personale. Io so un piccolo segreto su di te… ti sei sposata in Giappone! Com’è stata quest’esperienza fuori dal comune?
  • Il Giappone è la mia patria d’elezione, un territorio dove ho trovato una parte di me sconosciuta. Anche mio marito Giorgio – anzi, lui prima di me – ha sviluppato un forte legame con quella terra fatta di meraviglie e contraddizioni. Così abbiamo deciso di compiere un passo importante proprio lì, per consacrare il legame tra di noi ma anche con il Giappone. E poi, già che c’eravamo, ci abbiamo aggiunto un tocco di poesia sposandoci durante hana-mi, con i ciliegi in fiore!

  • Quando ti sei avvicinata alla cultura giapponese e cosa apprezzi di più in questo popolo?
  • Prima di arrivare a Tokyo non sapevo molto della cultura orientale. Mi aveva sempre incuriosito il popolo giapponese, il paese e la sua particolare “dimensione”. Ma è stato in occasione del primo viaggio, del primo incontro dal vivo, che è nata la passione. Sono partita senza molte aspettative ma con tanto interesse. E tre libri nello zaino: “La voce delle onde” di Mishima Yukio; “La banda di Asakusa” di Yasunari Kawabata e “Tutti i figli di dio danzano” di Murakami Haruki.
    Appena ho guardato la città, di notte e ne ho respirato l’odore ho capito che quello tra me e il Giappone sarebbe stato un’amore difficile, come tutte le storie a distanza!

  • Per lavoro ti occupi di aiutare i consumatori e di difenderli dalle leggi dell’homo homini lupus. Credi che ciò abbia influenzato il tuo modo di essere scrittrice? Se sì, in che modo?
  • Non so dire quanto il lavoro abbia influenzato la scrittura, le vite degli altri mi incuriosiscono, lavorare a contatto con le persone in difficoltà sicuramente affina l’empatia. Questo sì, mi è servito.

  • Si può affermare con sicurezza che tu sia una donna di successo: così giovane, eppure già arrivata in tutti i campi. Moglie, lavoratrice, scrittrice… come riesci a gestirti, e che consigli ti senti di dare ai lettori?
  • Mi fai un grande complimento! Io mi sento in continuo divenire e con tantissimi progetti che mi piacerebbe poter realizzare. Non credo di aver molto da consigliare ai lettori…ma una formula forse ce l’ho, anche se è un misto tra un consiglio e un augurio: siate curiosi!

  • E ora un’ultima domanda: quali sono i tuoi hobby, scrittura a parte? So che hai un rapporto controverso con le piante
    :)
  • Se le poverette avessero il dono della parola ti farei rispondere da loro…dalle poche sopravvissute. Credo che il mio sia un caso disperato di “pollice nero” o di “tocco della corruzione”…ma mi sto applicando per migliorare. Mi piacciono molto le odorose, gli aromi da usare in cucina…ma al momento il mio balcone non è esattamente un orticello!

     

    Sognando Leggendo ringrazia Francesca Scotti per a disponibilità, e le augura in bocca al lupo!

    A presto con la recensione di “Qualcosa di simile”!



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