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Due chiacchiere con… Irene Grazzini

Creato il 06 marzo 2014 da Nasreen @SognandoLeggend

Due chiacchiere con… Irene Grazzini

Due Chiacchiere con… Irene Grazzini

 

Due chiacchiere con… Irene Grazzini
Reduci dalla lettura dell’intrigante Mutation, bella prova fantascienza post-apocalittica di un’autrice italiana, noi di SognandoLeggendo le abbiamo chiesto di rilasciarci una piccola intervista. L’autrice, fra un impegno e l’altro, è stata così cortese da regalarci un po’ del suo tempo.

Qua potete trovare la recensione completa al romanzo: Mutation romanzo che racconta come, in un mondo distrutto dalle radiazioni e popolato da mutazioni di ogni tipo, la ricerca di una tecnologia perduta alimenti la speranza di poter costruire un nuovo futuro.

Prima di addentrarci nel vivo delle domande, spendiamo due parole per presentare l’autrice.

 

autrice

Due chiacchiere con… Irene Grazzini
Chi è Irene Grazzini?

Irene Grazzini è nata ad Arezzo nel 1985. Durante il giorno fa il medico e di notte scrive. Ama leggere, scrivere, andare a cavallo e tutto ciò che fa sognare. Ha pubblicato alcuni romanzi: tra gli il fantasy “La Città delle Nuvole” (2011) e “Pagine di due vite” (2011), sul tema dell’anoressia. Solo in versione ebook, disponibile su Amazon, il romanzo di fantascienza “Mutation”(2013). Ogni tanto scrive anche racconti (“Il sorriso”, nell’antologia “Aspettando mondi incantati”, 2012) e collabora con la rivista online Fantasy Magazine, occupandosi di recensioni di videogiochi.

…Bene, ora che abbiamo rispolverato un po’ la memoria con la biografia di Irene Grazzini, avanti tutta con l’intervista!

 

Intervista

 

D: Irene, benvenuta nel nostro angolo delle chiacchiere con l’Autore. Per prima cosa, ti chiedo di presentarti ai nostri lettori. Chi è Irene Grazzini?

R: Non lo so. Non è la risposta che ti aspettavi, immagino, ma è così: non lo so davvero. Sono un medico, una specializzanda in Radiodiagnostica, quindi di giorno mi occupo di TC, RM e malattie nell’ospedale di Siena. Di notte, o comunque appena trovo un attimo di tempo, sono una ragazza che si rifugia in un buon libro, in un sogno o nella scrittura. Sono un’amante degli animali, ho due gatti, un cane e un cavallo di nome Emiltom, che ho visto nascere e che ormai ho con me da diciotto anni. Nel tempo libero frequento un corso di scherma medioevale/rinascimentale e gioco di ruolo, sia da tavolo che dal vivo. Insomma, sono tante cose, ma in due parole puoi definirmi una sognatrice atipica. Del resto, citando John Lennon: “you may say, I’m a dreamer – but I’m not the only one…”.

D: Scorrendo la tua produzione letteraria, noto che ti piace spaziare tra i generi. Ce n’è uno che preferisci, che senti più vicino?

R: La distinzione tra generi che piace tanto agli editori in realtà è una comodità di “scaffali” in libreria, ma credo che non possa essere applicata in senso assoluto. Cioè, se ci sono dei personaggi veri, con le loro emozioni e le loro dinamiche interpersonali, e una storia avvincente, cosa cambia se li ambiento in un futuro più o meno iper-tecnologico, in un passato leggendario o in un mondo fantasy pieno di maghi e cavalieri? L’ambientazione, e il genere, cambia, ma la storia rimane la stessa, e se è bella coinvolge ed emoziona.

Per quello che mi riguarda, è difficile definire il genere che preferisco. Senza dubbio mi piace spaziare nella storia (ho sempre amato l’antichità e, prima di scegliere medicina, sognavo di diventare un’archeologa), in particolare attingendo alle mitologie delle diverse culture, ma adoro anche la fantascienza (genere che in Italia fa accapponare la pelle a qualunque editore, e questo è strano, considerando che la maggior parte dei videogiochi e dei film che arrivano nei nostri cinema dall’America sono proprio di fantascienza…) e il fantasy in generale. Credo che ormai i generi “puri” corrano il rischio di diventare “classici e monotoni”, quindi la contaminazione di genere può essere un modo per ridare originalità a romanzi che altrimenti sembrano tutti uguali.

Due chiacchiere con… Irene Grazzini

D: La domanda successiva viene quasi da sé: quali sono le tue letture? Autori preferiti?

R: Ho sempre letto un po’ di tutto, dai romanzi di Salgari che avevo in casa da piccola ad autori moderni come Stephen King (considero Carrie e Cose Preziose dei capolavori, non horror, ma ritratti della meschinità umana). I miei autori preferiti sono Margaret Weiss (autrice della famosissima serie fantasy di Dragonlance, ma soprattutto nella meno nota e meravigliosa saga di Death Gate), David Gemmel, Suzanne Collins, Cecilia Randall. Il mio interesse è rivolto soprattutto ai romanzi Young Adult di stampo anglosassone, e questo si ripercuote anche sul mio stile e sul target dei miei scritti.

D: Parlaci dell’esperienza di self publishing. Perché hai scelto questo canale e quali sono state le difficoltà, i timori, le aspettative e, perché no, le soddisfazioni?

R: Ho sviluppato interesse per il self publishing parlandone con i ragazzi di scrittoriindipendenti.it, un gruppo di lettori/scrittori al di fuori dell’editoria. Mutation è stato il primo esperimento e mi ha dato molte soddisfazioni. Non tanto dal punto di vista economico (devo ammettere che devo ancora emettere la prima fattura, dopo quasi un anno, me ne dimentico sempre perché non mi sembra importante), quanto per la possibilità di far arrivare il mio romanzo a tutti. Perché una storia diventa tale quando viene raccontata…

La principale difficoltà al momento è farsi largo tra le centinaia di ebook che vengono autopubblicati, e spesso di qualità scadente perché chiunque può farlo quando e come vuole, e tra i romanzi delle grandi case editrici che ovviamente godono di maggiore visibilità anche nel mondo digitale. E purtroppo, come si dice, la pubblicità è l’anima del commercio… Un’altra cosa positiva è che i diritti dell’opera rimangono propri e se ne può fare ciò che si vuole, senza contratti che ti vincolino per decenni.

ebook vs cartaceo
D: Oggi in Italia ancora pochissime persone utilizzano supporti digitali per leggere. Tu cosa ne pensi: eBook o cartaceo?

R: Ecco un altro problema dell’editoria digitale: i lettori mancano, perché sono affezionati al cartaceo, soprattutto quelli un po’ più anziani. Per quello che mi riguarda, ho un kindle, ma lo uso per leggere libri direttamente in lingua originale (Americani e Inglesi), perché in Italia arrivano solo pochi romanzi, sempre filtrati dall’editoria e quindi dalla moda del momento, e spesso in ritardo. Per il resto, rimango fedele al cartaceo. Ammetto che ho sempre il terrore che il mio kindle si rompa, facendomi perdere tutta la mia biblioteca. Il timore è che presto la letteratura, e la cultura in genere, venga trasferita tutta sul web, dimenticando la carta. Bene per le foreste, ma se e quando arriverà la famosa tempesta magnetica, come in Mutation…

D: Un buon romanzo è sempre fonte di “piacere” in primis per il suo autore. Com’è stato scrivere Mutation? Senza fare spoiler, quanto ci hai messo di te?

R: Mutation è stato scritto in 22 giorni. Una volta pensata l’ambientazione e abbozzati i personaggi… sono fregata, non riesco a darmi pace fin quando non li ho tolti dai guai. Per quei giorni, vivo completamente in un altro mondo, e mi piace viverci. Scrivere è un po’ come essere in fase REM, infatti riesco a farlo di notte senza stancarmi troppo, nonostante le ore di sonno perse. Perché scrivo? Perché mi piace, perché ne ho bisogno. Forse è anche un modo per dire cose di me, della realtà, in un linguaggio diverso e proiettandolo in altre persone e in altri mondi.

L’ambientazione è nata dal mio interesse per la fisica (in quel periodo, stavamo seguendo lezioni di fisica nel corso di specializzazione e il prof, un po’ nerd anche lui, mi ha fornito molti dettagli per rendere l’ambientazione scientificamente esatta). Per quanto riguarda i personaggi, ho pensato solo ai due protagonisti, all’inizio, ma come sempre hanno fatto quello che volevano dopo le prime dieci pagine del romanzo. Ci sono due tipi principali di scrittori: quelli che pensano la trama dall’inizio alla fine, e non permettono ai personaggi di sgarrare di una virgola, e quelli che invece hanno una bozza della trama e poi la modificano in corso d’opera, lasciando ai personaggi libertà di azione. Ecco, io appartengo a quest’ultima categoria. Ogni personaggio ha la sua individualità e coerenza interna. E, ovviamente, qualcosa di me, credo che non sia possibile fare altrimenti.

Due chiacchiere con… Irene Grazzini
D: Uno sguardo al futuro, prima di salutarci. Progetti?

R: Ho molte idee in cantiere, dato che al momento ho scritto una ventina di romanzi (anche se non ho intenzione di pubblicarli tutti, alcuni li uso come ambientazione per i giochi di ruolo tra amici) e continuo a farlo. In particolare, ti annuncio che ho da poco pubblicato in versione ebook un nuovo romanzo, I Signori dei Cavalli: è un fantasy storico ambientato nel tredicesimo secolo a.C. in Anatolia, durante il periodo della dominazione ittita, della battaglia di Qadesh e della leggendaria guerra di Troia… insomma, un mix di storia (mi sono ben documentata sull’argomento, anche con un viaggio in Turchia), mitologia greca ed elementi fantasy. Spero che i lettori si divertano a leggerlo almeno quanto mi sono divertita io a scriverlo.

D: Grazie di essere stata con noi, Irene.

R: Grazie a te e alla redazione di Sognando Leggendo.

 


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