Due Chiacchiere con…
Salvatore Negro
Qui, la pagina dedicata al film (cast completo, trama, contatti).
Qui, invece, la pagina Facebook della produzione.
Chi è Salvatore Negro?
Mi chiamo Salvatore Negro, vivo in una città del sud in Puglia: Gallipoli. Ho cominciato da ragazzino ad amare il teatro e a farlo come attore e scenografo, avevo 13 anni, non ebbi nessun dubbio che la mia strada sarebbe stata quella dell’arte in generale, ma sempre legata comunque al teatro. E tutto questo è durato trent’anni.… Bene, ora che abbiamo qualche informazione in più su Salvatore, avanti tutta con l’intervista!
Molly: Benvenuto, Salvatore, nel nostro salotto. Nella tua carriera c’è una consolidata esperienza teatrale, che viene fuori con prepotenza nella struttura del film. Quando hai deciso di passare al cinema? E soprattutto (credo sia la domanda “stupida” che ti fanno un po’ tutti): cinema o teatro?
Salvatore Negro: Il cinema, chi mi conosce bene lo sa, l’ho amato da sempre, direi di pari passo col teatro sebbene siano due forme d’artigianato che si somigliano, ma profondamente differenti nella tecnica e nel rapporto col pubblico. Mi piace la definizione che cinema e teatro “si sfiorano ma non si toccano mai” (cit.).
La domanda “cinema o teatro?” non è affatto “stupida”: tutti due allo stesso modo, lo scopo finale è l’emozione che provo come spettatore, attore, scenografo o regista. Uno degli spettacoli teatrali che ho avuto il piacere di vedere quest’anno è stato “Alice underground” del teatro dell’Elfo di Milano di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia. Sono stato colpito dalla “semplice sontuosità” della rappresentazione, un continuo contrasto tra leggerezza e profondità del testo, oltre alla “felina” bravura degli interpreti: solo quattro attori in scena, ma sembrava ce ne fossero quindici. Un capolavoro: questa è emozione! Come in “Anna Karenina” (nel cinema ovviamente, chi ha adattato questo romanzo in tv con la Puccini ne ha fatto una soap opera); il regista Joe Wright ha adattato il romanzo di L. Tolstoj sul grande schermo, in un ritmo accattivante, che non ti lascia respiro, con cambi scenografici a ghigliottina, una meraviglia: questa è emozione!
Ho fatto due esempi tra tanti, e come si fa a non amare teatro e cinema allo stesso modo?
Il regista che per primo ha creato una simbiosi tra cinema e teatro è stato Fellini, molta della sua produzione è particolarmente efficace: “Otto e mezzo”, ”Satyricon”, ” E la nave va”, ” La voce della luna”, in esse vi è un travaso: il cinema che diventa teatro e viceversa. E tanti altri titoli, tutti girati a Cinecittà, nel famigerato studio 5, dove adesso fanno “Il grande fratello” (per intenderci…).
L’opportunità di affacciarmi in questo mondo, che conoscevo solo teoricamente, me l’ha data Francesco Corchia, giovanissimo e brillante regista, che due anni fa mi chiese di scrivere un soggetto per un suo cortometraggio.
Molly: Nella recensione del film abbiamo raccontato l’episodio da cui nasce il tuo lavoro. Perché hai scelto proprio quella storia?
Salvatore Negro: Dopo la mia prima esperienza di scrittura, promisi a me stesso e a Francesco Corchia che per la successiva volevo recuperare una idea che avevo da molti anni, quella di scrivere un soggetto per il teatro, utilizzando come antefatto l’episodio storico dei campi profughi allestiti nel Salento tra il ‘43 e il ’47. Ciò avvenne quando lessi per caso di questa bella pagina di storia e di civiltà che seppero scrivere i salentini in quegli anni. E in particolare a Santa Maria al Bagno-Nardo’ (Lecce) dove furono ospitati migliaia di profughi slavi, polacchi, rumeni dissidenti del regime, scampati ai campi di sterminio. E’ nata così la sceneggiatura di “IN ALTO”.
Molly: Raccontaci luci e ombre che hanno accompagnato la realizzazione di In alto.
Salvatore Negro: La realizzazione del film è stata accompagnata da molto scetticismo proprio da chi doveva dirigere in prima battuta il set. Legittime perplessità. Mi si disse che era un’idea antica. Poi, c’è una cosa che ahimè ogni tanto mi sfugge, cioè che mi trovo in provincia: e la provincia è tanto bella quanto crudele. Specie nell’attività di una associazione dove spesso vengono disattese le elementari norme del vivere una comune esperienza. Per questo c’è chi scompagina, dissimula, calunnia e alla fine ti isola.
Durante il periodo di programmazione, avevo una frase costante nella mente, ”non mi fermerà nessuno”. Se oggi il film è finalista su “Infinity film festival” e si trova tra i primi 4 film più votati su 29, se ha ottenuto la nomination come miglior film italiano2014 all’Ecologico International Film Festival, e sta concorrendo per il premio “Giuria popolare” al G AWARDS 2014, ho avuto ragione a non dar retta a calunnie e a non fermarmi. Ciò che non dovrebbe esistere in provincia sono proprio le associazioni; nei piccoli centri urbani dove ci si ritrova in piccole associazioni composte per lo più da poche unità, si crea un piccolo microcosmo che coltiva la sua misera zolla di terreno, pronto a far guerra ad un altro microcosmo, che magari ha sede a pochi metri da essa. Una misera guerra tra “poveri”. Ho deciso quindi dopo trent’anni di associazionismo di non far parte più di nessuna associazione, e di creare da me una squadra di persone “pulite”, professionali, lontane dalle beghe dettate dall’individualismo.
Molly: Quanto tempo sono durate e riprese? Hai qualche aneddoto da riportare ai lettori?
Salvatore Negro: Le giornate lavorative piene, in totale, sono state dieci distribuite tra novembre e dicembre 2013.
La sera precedente al primo ciack dovevamo girare in mattinata una scena in una stazione ferroviaria. Oltre alla tensione e all’insonnia, fantasticavo che quella scena sarebbe stata perfetta con la pioggia. Dopo una nottata turbolenta, sono stato svegliato di buon’ora dal temporale…
Molly: Hai scelto un cast molto efficace. I due protagonisti sono giovani, ma molto bravi e tutti gli altri si integrano perfettamente alla storia, quindi la domanda è solo un gioco: c’è un attore/attrice nella storia del cinema italiano che avresti voluto nel tuo film?
Salvatore Negro: Come dici tu, il cast è molto efficace, non potevo pretendere di meglio: Alessia Cuppone, brillante speaker radiofonica, attrice in teatro alla sua prima esperienza nel cinema, ha dato ottima prova di sè. E Lucas Zanforlini, attore professionista diplomato alla S. D’amico di Roma, con esperienza in Rai fiction ne “La Certosa di Parma” e importanti produzioni teatrali nazionali e internazionali, è stato egregio. E poi Martina Quintana, Mary Negro, Rosario Piccolo, Gabriele Polimeno.
No, il cast artistico e tecnico non lo cambierei affatto.
Molly: Gli scrittori di solito hanno un autore di riferimento, un libro che li ha segnati. In campo cinematografico, ci sono registi che ti hanno ispirato o film che ti hanno particolarmente colpito?
Salvatore Negro: Tutto il cinema di Bertolucci, tutto De Sica, tutto di Ettore Scola, tutto di Pasolini, tutto di Monicelli, la trilogia di Germi ”Sedotta e abbandonata”, ”Divorzio all’italiana”, ”Signore e signori”; Petri ”Il maestro di Vigevano”,” Rocco e i suoi fratelli”, ”Bellissima”, ”Il Gattopardo” di Visconti. Faenza, Sorrentino, Martone, Crialese, Garrone ecc. La lista potrebbe essere molto lunga.
Molly: Sei anche uno scrittore, hai steso tu la sceneggiatura del film. Hai altre storie nel cassetto che potrebbero diventare immagini?
Salvatore Negro: Certamente, almeno due importanti. Ma ci vuole tempo, adesso vedrò come va “IN ALTO”, sono curioso di sapere quanti si sono connessi su www.infinitytv.it per vedere e votare il film. E qualsiasi sia il verdetto, il risultato è già straordinario, perché credo che, se il film è tra i primi quattro, sia segno evidente che il voto è andato ben oltre il voto di parenti e amici, è un premio vero questo assegnato ancor prima dell’esito del 5 ottobre, perché il pubblico del web ha visto il film e poi lo ha votato. E ho evitato di esibire (come fanno molti) i tanti messaggi che ho ricevuto da persone amiche e anche sconosciute.
Molly: Prima di ringraziarti per essere stato con noi, c’è la domanda “di rito”: hai progetti in corso?