Due Chiacchiere con…
Vito Introna
Vito Introna nasce a Bari nel 1970 e lì ha conseguito la licenza liceale classica (1988) e la laurea in giurisprudenza (1993). Avvocato, sposato e con una figlia, vive e lavora dal 2001 a Roma, dove è anche attivo come sindacalista. In passato è stato un apprezzato web scrittore di fantascienza, con lo pseudonimo di Edorzar.
Ciao Vito, benvenuto nel nostro angolo delle chiacchiere. Comincio subito chiedendoti di fare un tuo breve ritratto per i lettori che non ti conoscono.
Non esattamente affabile, sincero, concreto, diretto, fino all’antipatia.
Sei un autore eclettico: thriller, gialli, sci fi… Qual è il genere in cui ti riconosci di più?
Di sicuro la fantascienza. Considerazioni pratiche però mi hanno spinto a debordare nel thriller e, auspico, nel giallo.
Da cosa nasce e come si nutre la tua passione per la science-fiction?
Fin da ragazzino compravo carrettate di vecchi albi di Urania e la libreria Laterza a Bari traboccava di argento e Oro della Nord. Che nostalgia!
Ti chiedo ora di parlarci dei tuoi due romanzi più recenti, Distruggete Israele e L’alba dei reietti. In entrambi, in modo diverso, la tua attenzione colpisce il lettore con la forza di un pugno sugli aspetti politico-sociali di un mondo contemporaneo e delle loro conseguenze, in un futuro prossimo non troppo difficile da immaginare come possibile.
In Distruggete Israele ho voluto chiarire gli sviluppi della questione Palestinese nel futuro prossimo e il suo epilogo inevitabilmente tragico. Ne L’alba dei reietti invece ho descritto il domani globale, sempre sviluppando il trend odierno. Due thriller distopici nei quali ho cercato di abbandonare i comuni schemi ucronico-distopici, dando più valore alle figure dei protagonisti rispetto all’andamento della trama. Spero che l’esperimento riesca.
Una scrittura cruda, la tua, ma molto suggestiva, ricca di immagini e capace di tirare subito il lettore nella storia. C’è qualche autore che ti ha particolarmente influenzato?
Dostoevskij su tutti. Ma anche Asimov, Orwell, Saberhagen e tanti altri grandi del passato recente.
Fiabe, letteratura erotica, intriganti gialli: due parole sulla tua collaborazione con Francesca Panzacchi e sulla difficoltà (se esiste nel vostro connubio) di scrivere a quattro mani.
In realtà l’intesa con Francesca è perfetta. Solo nei gialli puri abbiamo visioni di fondo diverse, dato che io cerco di virare sul thriller anglosassone e lei preferisce il poliziesco italiano. Tuttavia la collaborazione procede a gonfie vele.