Ieri, a Porto Alegre, a guardare Australia–Olanda c’era uno vestito da canguro e un altro con un casco in testa e delle carote che pendevano dalle orecchie, nei giorni scorsi ho visto un uruguaiano vestito da fantasma, un sacco di giapponesi con enormi travestimenti da teatro kabuki, un francese con la faccia triste e l’abito da sanculotto e tre italiani travestiti da fette di pizza, lunedì a Salvador, durante Germania-Portogallo, c’era un tedesco in camicia e pantaloni, era quello che si notava di più.
Igor Akinfeev è il portiere della Russia, è nato in un posto che si chiama Vidnoe, avrà una mamma e un papà che gli hanno voluto bene, avrà qualche bel ricordo dell’infanzia a Vidnoe, i compagnetti di scuola, la primavera di Vidnoe, le gite e le sigarette fumate di nascosto sul pullman nei posti in fondo, all’esordio ai mondiali contro la Corea del Sud ha fatto un casino, io sarò sempre dalla parte dei portieri che sbagliano e che poi il mondo li considera dei grossi tordi facili, per me Igor Akinfeev è sicuramente un grande uomo, per me è molto al di sopra delle vostre sbrindellate miserie.