La notte dei dannati (1971) è un classico gotico all'italiana, leggermente fuori dal periodo d'oro per il filone, e che quindi risente di quelle tipiche caratteristiche dei Settanta. Non di certo valente per la trama, composta da tòpoi quali castello, ambienti bui, candelabri, quadri oscuri, streghe e maledizioni, con leggero affondo soft erotico. Semmai, da rendere nota, è la sensazione di situazioni fuori dal tempo data dall'ambientazione castellana: la vicenda, pur ambientata in epoca contemporanea, pare vissuta un secolo e più fa. Non male fotografia, ottimo uso di chiaroscuri, e regia, certe caratteristiche se non mostrate bene buttano giù l'intera baracca.
I vizi morbosi di una governante (1977): mistura di orrore/giallo/thriller/erotico, poco apprezzato fra gli appassionati, ma che ha dalla sua parte qualche pregio. In primis proprio il suddetto minestrone, che crea un'alternanza di vicende gradevole, una trama non lineare e neanche tanto scontata.
Un gruppo di amici si riunisce in una magione di proprietà del padre di una di loro, e fra vizi e vizietti si consuma un truculento omicidio. Il commissario che indagherà immetterà venature di à la Agatha Christie, con tanto di falso finale e spiegone di chiusura. Di assoluta rilevanza le presenze femminili, Isabelle Marchall, Patrizia Gori e Adler Gray, compresa anche la governante Berta (Annie Carol Edel), che ci ha ricordato quella di Buio Omega di Joe D'Amato, interpretata dalla recentemente scomparsa Franca Stoppi. Ah sì, il titolo, contrariamente ad altri casi, ha attinenza...
Visivamente più debole dell'altro, con insistiti piani dettagli degli occhi.
Fa felici i fan di genere la citazione, oltre che di Arancia meccanica, de Le salamandre (1969) di Alberto Cavallone, ed è proprio a questa tipologia di spettatori che ci riserviamo di consigliare le due pellicole.