Come ho già detto in passato, spesso e volentieri i trailer ma anche il materiale pubblicitario, possono trarre in inganno lo spettatore, facendo scartare a priori un film o lanciandolo letteralmente tra le braccia di una porcheria senza capo né coda, convintissimo di trovarsi davanti a un capolavoro per poi trovarsi la sorpresa.
Capita poi come in questi due casi, Hansel & Gretel e il quasi-remake della casa, che il prodotto finale sia superiore alle aspettative.
Vedremo se otterrà un budget maggiore e cosa ne farà
Considerazioni su Hansel & Gretel
Cosa mi ha convinto ad andare a vedere questo film? Il nome del regista: Tommy Wirkola. Il regista norvegese dopo l’originalissimo Dead Snow, film horror di quelli che piacciono a me, che non si prendono sul serio, ma anzi, abbondano di ironia, ha avuto un piccolo budget per girare in Usa. E allora cos’ha deciso di fare?
Entertainment ragazzi miei, la parola magica per fare vedere che con qualche soldo in più la prossima volta il buon Tommy potrebbe confezionare un capolavoro. Qui si è limitato a sfruttare quello che aveva, facendo un semi-horror rileggendo una vecchia favola, con molta onestà ritengo. Capiamoci, ci sono armi strambe ed è giusto, perché in fin dei conti non esistono nemmeno casette di marzapane. Wirkola si prende quindi la libertà di re-inventare l’ambientazione della fiaba dei Fratelli Grimm e farci una pellicola che rappresenta per me un banco di prova in territorio straniero.
Locandina
Il risultato? Nessun capolavoro, per carità, ma 88 minuti di battutacce, splatter e horror. Certo, direte voi, si intuisce molto presto quello che sta per accadere e non c’è nessun colpo di scena vero e proprio. Questo dimostra una cosa: siete dei bravi ragazzoni belli svegli.
Considerazioni su La Casa
Pensavo peggio. Temevo molto di più questo rispetto al film di cui parlo sopra, ma non perché si tratta di un remake, che poi vero e proprio remake non è, piuttosto per il timore di vedere un’accozzaglia di cliché presi da altri film ficcati dentro allo storico chalet.
Abbiamo un’idea davvero originale, quella del gruppo di amici che vogliono aiutare l’amica tossicodipendente, tenendola in isolamento nel bosco, ed è forse questa la migliore trovata del film. Gli spiegoni sono il punto debole, come ho trovato debole lo sviluppo che dovrebbe rendere emozionante il film basandosi su scene crude. Vetri piantati nelle gambe, automutilazione, sparachiodi… Okay, interessante, quanto i vomitoni rossi di sangue, però… però manca qualcosa.
Non esageriamo però, dai
In definitiva, si è rischiato davvero di far uscire una boiata con i fiocchi, ma alla fine, per un motivo che ancora non mi è chiaro, è in fondo un film che si lascia guardare, senza lode, senza infamia. Gli darei una sufficienza piena, se usassi un metro di giudizio basato sui voti, non di più.