di Paolo Cardenà - I governanti si stanno rompendo le meningi per trovare due fottutissimi miliardi di euro per scongiurare l'aumento
dell'IVA che, altrimenti, scatterebbe tra poche settimane. Ricordo che i due
miliardi di gettito previsti per il 2013, sul totale della spesa pubblica,
valgono appena lo 0.25% del totale. Una banalità, insomma. Eppure non ci sono
le risorse per evitare l'aumento. Ma giova ricordare che, appena due mesi fa, l'Italia
ha versato 2.8 miliardi di euro al fondo salva stati (ESM), che nel frattempo
sta salvando le banche degli altri paesi
Ad ogni buon conto, con la classe
politica che ci ritroviamo, se dovessero riuscire nell'impresa, state pur certi
che ci presenteranno il risultato come un grande successo, come una nobile
vittoria della politica responsabile che
ha a cuore le sorti della popolazione, delle classi meno agiate e via dicendo. Magari, saranno pure capaci di usare la
sterilizzazione dell'Iva come cavallo di battaglia alla prossima campagna
elettorale, forse, quasi imminente. La realtà è diversa. Siccome sono degli
incompetenti, loro non conosco (o peggio fanno finta di non conoscere) le reali condizioni del paese. Siamo arrivati al punto di non ritorno. Anzi lo abbiamo
oltrepassato, da un pezzo. Al punto che ampi strati della popolazione se ne fregano
altamente dell'aumento dell'iva al 22%. Ciò, per il semplice motivo che non
riescono a pagare neanche quella al 21%, figuriamoci quella al 22%. Ma i governanti,
non conoscendo neanche gli insegnamenti di Laffer, pensano che, quanto più
inaspriscono la pressione fiscale, tanto più aumenta il gettito tributario. Ma
è vero l'esatto contrario. Tant'è che stanno nascendo mercati sommersi, dei
quali lo stato no ha il controllo e quindi neanche la possibilità di incassarne
i tributi. Questo è confermato anche dalle
stesse statistiche prodotte dal Ministero
dell'Economi e delle Finanze, nelle quali si evidenzia il calo del gettito IVA
già a partire dall'ottobre del 2011, quando l'aliquota ordinaria fu portata dal
20 al 21%. Ciò, perché l'istinto di sopravvivenza delle persone prevale sempre
sulle ragioni (irragionevoli) del fisco. La crisi è sistemica, profonda e
irrituale. Per contrastarla occorrono scelte straordinarie, irrituali e fuori
dagli schemi comuni. Loro non sono capaci. L'Italia soccomberà. Noi pure.
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