La mattina del secondo giorno ci siamo armate di caschetto e, districandoci tra i vicoli abbiamo raggiunto il Ponte dell'Accademia e, da qui, ci siamo dirette a Palazzo Soranzo-Van Axel.
"Uno dei palazzi tardogotici più belli e famosi di Venezia, mostra il noto portale d’ingresso vicino al rio della Panada. Per comprenderne la maestosità e la grandezza, basti pensare che, nell'atto di compravendita risalente al 1473, si parla di questo edificio come domus magna. La sua scala scoperta è stata definita una delle più belle di Venezia, con la balaustra adorna di piccole teste antropomorfe in pietra d’lstria; è l’elemento più significativo della bella corte gotica. Molti elementi veneto-bizantini, gotici e rinascimentali, armoniosamente fusi tra loro, riecheggiano in questo spazio ricco di suggestioni. Il palazzo fu acquisito dalla famiglia Van Axel, nobili mercanti fiamminghi che entro a far parte del patriziato veneziano nel 1665. I Van Axel fecero "vivere" il palazzo, aprendolo per feste e ricevimenti: ci abitarono mantenendolo con cura e amore tino al 1920. Il palazzo presenta alcune anomalie dovute al fatto che fu diviso in due unita distinte per due diverse esigenze abitative, per cui vi sono due ingressi di terra e due ingressi d’acqua, due corti, due scale e due pozzi."
E qui ho dato dimostrazione della mia fifa.
Sì, io, l'impavida, la spericolata, quella delle situazioni adrenaliniche è oramai una me che si è completamente persa. Quella che si sarebbe buttata con il paracadute, quella de "quando sarò grande voglio guidare un F16", ehm...non esiste più.
Da quando tre anni fa sono salita, a Firenze, sul campanile di Giotto, non sono stata, da allora, più capace di salire su qualcosa che si distaccasse da 1m da terra.
E quel giorno, salendo sull'impalcatura, le vertigini si sono tornate alla ribalta!
Figuriamoci che non riuscivo più a scendere dopo che ero salita su un piccolo impalcato all'interno della mia sala, a casa.
Bene, entriamo, saliamo le scale (per l'ultima erano semplici assi sospese nel vuoto), ci ritroviamo in una stanza, due chiacchiere e poi possiamo al di fuori della finestra.
Mah, sinceramente a questa storia delle vertigini, della paura, non ci stavo pensando fino a quando mi ritrovo davanti ad una botola. Botta di vertigini davanti quel buco stretto con la scala a pioli (oooorrrrooooooreee) messa quasi in verticale. Eh eh! C'erano altre 5 botole. Paura dell'altezza non ne ho avuta più di tanto perché una rete spessa proteggeva l'impalcatura e poco o nulla si vedeva del canale laggiù.
Scesa, alla fine, ho maledetto il fatto di non aver lasciato a terra la borsa che, giù per quelle botole strette, certo non era facile portarsela.
Oratorio dei Crociferi
Sunwand
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