Due giorni, una notte – colleghi ai tempi della crisi

Creato il 11 novembre 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Il consiglio di Mara Telandro

Summary:

Luc e Jean-Pierre Dardenne (Rosetta, L’enfant) tornano con un nuovo film che indaga su temi sociali del nostro tempo. Sotto i riflettori troviamo soprattutto la crisi economica mondiale ed il suo modo di cambiare i rapporti sul posto di lavoro, anche e soprattutto tra colleghi.

Sandra (Marion Cotillard; Midnight in Paris, Il cavaliere oscuro il ritorno) lavora in una piccola azienda, ma purtroppo da qualche tempo la sua produttività viene considerata in calo. I capi decidono allora di metterla alla porta, ma potranno effettivamente riuscirci solo se tutti i colleghi si dichiareranno favorevoli al licenziamento, ricevendo in cambio un premio di produzione. Detto fatto: in un attimo Sandra si ritrova senza lavoro. Il marito Manu (Fabrizio Rongione; Diaz – Non pulire questo sangue), però, la spingerà a lottare per convincere in un weekend tutti i suoi colleghi a cambiare idea.

Luc Dardenne racconta così la genesi di Due giorni, una notte : “Si è sviluppato nelle circostanze della crisi economica e sociale in cui versa attualmente l’Europa. Erano diversi anni che riflettevamo sull’idea di un film attorno a una persona che sta per essere licenziata con il consenso della maggior parte dei suoi colleghi di lavoro. E la storia di Due Giorni, una notte è di fatto venuta alla luce quando abbiamo immaginato Sandra e Manu, una coppia unita nell’affrontare le avversità”.


Jean-Pierre Dardenne
: “Per noi la cosa più importante era mostrare una persona che viene esclusa perché è considerata debole, non in grado di fornire prestazioni sufficientemente elevate. Due giorni, una notte tesse l’elogio di una ‘non performante’ che ritrova forza e coraggio grazie alla battaglia che decide di condurre con suo marito”.

Ciò che racconta Due giorni, una notte è quindi una storia dei nostri tempi, drammaticamente contemporanea (gli avvenimenti non sono ispirati da precisi fatti di cronaca, ma, come gli stessi registi sottolineano, accordi come questi vengono davvero proposti ai dipendenti). Due giorni, una notte ci spiega, quindi, come siamo diventati, come l’individualismo rappresenti ormai la nostra civiltà: “Abbiamo volutamente scelto un’azienda di piccole dimensioni in cui i dipendenti non sono abbastanza numerosi per avere una rappresentanza sindacale.” Spiega Jean-Pierre. “Se avesse raccontato una lotta contro un nemico designato, sarebbe stato un film completamente diverso… Detto questo, emerge in modo chiaro che l’assenza di una reazione collettiva, di una forma di lotta contro il principio alla base di questa votazione dipende anche dalla mancanza di solidarietà tipica dei giorni nostri”.

È la lotta tra poveri, simbolo di questi anni di crisi. Per nessuno dei colleghi di Sandra quel bonus è un lusso, lei lo capisce bene, ma è davvero accettabile scegliere un’agevolazione personale se questa colpirà la persona che ti siede a fianco tutti giorni?

Dal 13 novembre al cinema.

di Mara Telandro per Oggialcinema.net


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