PROLOGO
Mi sono chiesto spesso come mi vedano gli altri.
Tale curiosità mi ha spinto talvolta a cercare un punto di osservazione esterno, come se io fossi un’altra persona che guarda verso di me. Qualche volta, per una frazione di secondo, sono riuscito a vedermi dall’esterno, ma subito mi son sentito risucchiare dal dialogo interno, che ciascuno di noi intrattiene ordinariamente con se stesso. Interrompere quel dialogo è come uscire da un luogo conosciuto e confortevole, per entrare in un mondo totalmente sconosciuto in cui non sai come muoverti e dove hai paura di perderti, abbandonando la tua vecchia e nota dimensione senza la certezza di poterne dominare quella nuova ed ignota e con una scossa di vertiginoso panico che ti fa temere di non riuscire a trovare mai più la strada per ritornare indietro. E così, superato quel primo, magico istante, mi ricomponevo nella mia confortante ed abituale personalità, impaurito e spaventato ma in fondo anche appagato di avere sperimentato la conferma dell’esistenza di nuovi e agognati mondi oltre l’orizzonte di quello usualmente noto, e non senza la speranza di saper trovare in futuro la forza ed il coraggio per un salto più deciso e sicuro oltre la siepe che funge da cortina di quegli arcani mondi.
…continua… disponibile anche nella versione in lingua inglese nel blog di cui al link sottostante
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