Esistono persone che fanno della loro vita un’idiozia.
A dire il vero in cuor loro e nella loro mente credono di esser savi e saggi, pensano di aver lavorato per la perfezione ma non sanno d’essere beffa della vita stessa.
Tali idioti trascorrono il loro tempo mettendo armonia tra la gente, non lesinano sorrisi, abbracci.
Donano se stessi incondizionatamente, certi che ciò che danno sia esclusivo e fondamentale. Gli idioti non vengono cosi apostrofati ma similarmente vengono considerati ingenui e miti.
La gente, anche la più affettuosa e affezionata non si cimenta di chieder all’idiota se ha problemi o patimenti, giacché nulla lascia trasparire per una strana presunzione di non aver bisogno di aiuto.
Nel caso in cui accada che all’idiota venga forte la necessità di farsi aiutare e di sfogarsi, subito rinuncia perché alla sua domanda garbata se ne sovrappone una urlata e sempre più urgente. Cosi avviene che l’idiota abbia di sé una concezione bassa, una stima ridotta e molti pesi e suoi e d’altri caricati.
Sempre l’idiota incontra il furbo anzi del furbo stesso ne è preda.
Il furbo è scaltro e sa come tenere l’idiota, lo rivolta, lo frena, lo adula, lo minaccia, lo ama anche, può accadere, ma sempre il furbo s’impone.
E l’idiota si depone.
Gli idioti si incontrano quando la vita è benigna.
Si parlano e già dopo poco si capiscono. Rivedendo nell’altro se stessi vedono gli errori che non sanno correggersi. Vorrebbero aiutarsi ma troppo spesso sono cosi idioti da non riuscire a farlo.
Talvolta accade, ed è fatto triste e fortunoso, che due idioti diventino amici. È questo il caso in cui potrebbero imparare dall’altro a non esserlo più, idiota intendo. Ma raramente accade perché a venire fuori dall’idiozia occorre saper trasformarsi in furbi e l’idiota che pur vive all’ombra degli stessi, in cuor suo li rifugge e preferisce restare idiota ma sereno, forse solo, piuttosto che furbo e prepotente.
Chiara