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Due italiani alla Berlinale

Creato il 12 dicembre 2014 da Luigilocatelli
'Short Skin' di Duccio Chiarini: prsentato nella sezione Generation 2015

‘Short Skin’ di Duccio Chiarini: inserito nella sezione Generation 2015

Carlo Petrini: a lui verrà consegnato il premio Berlinale Camera 2015

Carlo Petrini: a lui il premio Berlinale Camera 2015

Cominciano ad arrivare le prime notizie sul programma, anzi sui programmi (le sezioni sono infinite) della prossima Berlinale. Un film festival sempre più strategico – per dire, da qui son partiti l’anno scorso Boyhood e The Grand Budapest Hotel – la cui edizione numero 65 si svolgerà dal 5 al 15 febbraio. Del concorso ancora niente si sa, se non che la giuria incaricata di assegnare l’Orso d’oro sarà presieduta dal Darren Aronofsky di Black Swan e Noah.
Ma intanto due nomi italiani sono già stati inseriti nel multiforme e assai stratificato cartellone. Il primo, e di maggior peso, è quello di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e del network globale Terra Madre, un’icona dell’italianità oggi. C’entra qualcosa con il cinema? C’entra con la Berlinale, visto che una delle sue tante (per qualcuno troppe) sezioni è quel Culinary Cinema dedicato agli incroci tra food e schermo, e dove un paio di edizioni fa venne proiettato in anteprima proprio il doc su Petrini Slow Food Story. Stavolta, nella serata di apertura di Culinary Cinema in data 8 febbraio, a Carlo Petrini (e all’americana Alice Waters) verrà consegnato il premio Berlinale Camera 2015.

L’altro italiano è un regista giovane, Duccio Chiarini, il cui primo film Short Skin (Pelle corta) è stato selezionato per Generation 2015, quella parte di Berlinale dedicata ai ragazzi-adolescenti e al cinema che parla di loro. Un film, Short Skin, già dato a Venezia 2014 a Biennale College, la palestra-laboratorio del festival che seleziona, sviluppa e sostiene progetti di nuovi filmmakers, ma che non molti hanno visto. Storia di un diciassettenne pisano di nome Edoardo alle prese con le prime esperienze e voglie di sesso. Già, ma come fare l’amore, come perdere la verginità visto il problema che affligge il nostro? Chiamalo pelle corta, chiamalo fimosi, insomma un prepuzio troppo stretto che non lascia libero il glande. Basterebbe un piccolo intervento, ma Edoardo non se la sente di affrontarlo, e così la faccenda rischia di affliggerlo oltre misura. Zero morbosità, e uno sguardo complice e empatico da parte del regista verso il suo personaggio. Un sorridente American Pie alla pisana (c’è anche un polipo a far quello che là faceva una torta), però meno greve e più garbato. Prodotto tra gli altri da Ginevra Elkann, e chissà mai che Pelle corta non riesca ad avere una distribuzione nei nostri cinema.
Per ora per quanto riguarda l’Italia a Berlino è tutto. Si spera che altri arriveranno, nel Concorso e nelle due sezioni che subito lo seguono per importanza, Panorama e Forum.

il regista Duccio Chiarini

il regista Duccio Chiarini

da 'Short Skin'

da ‘Short Skin’

 


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