“Cosa sappiamo esattamente di questa Solheim?” Donovan sospirò, osservando il gruppo di uomini seduti intorno al tavolo ovale. Una nutrita collezione dei più influenti criminali e mafiosi londinesi, tutti insieme nella stessa stanza, e tutti decisamente incazzati. “Angela Solheim, nata nel 1950 a Linkoping, Svezia.”
Donovan schiacciò un tasto del proiettore, e sulla parete apparve la prima immagine. “Bella topa!” commentò ridacchiando Jack Sinclair. Il resto dei presenti lo imitò tra grugniti, sghignazzi e qualche battuta di grana grossa. Donovan si limitò ad insultare il ciccione solo con la mente. La bellezza della ragazza era tuttavia innegabile: un viso stupendo, impreziosito da due occhi azzurri come il ghiaccio e da lunghi capelli bianchi. Donovan perse la concentrazione solo per un istante, immerso nei ricordi, per poi continuare la presentazione.
“La madre è Carla Bianchi, biologa italiana. Deceduta nel 1960. Il padre è Anders Solheim, brillante scienziato e inventore recentemente scomparso. Probabilmente lo conoscete col nome di Balder.” I presenti iniziarono a mormorare appena venne proiettata l’immagine successiva, che ritraeva il Super vestito con la sua classica uniforme bianca e dorata. “E’ la figlia di Balder? Quel Balder?” chiese Fat Pete. “Esattamente. E con un Q.I. pari a quello del padre, senza alcun dubbio. La sua intelligenza e le sue conoscenze nel campo della genetica, della chimica e della robotica convinsero Hal Salazar in persona a selezionarla per i suoi esperimenti sulla Teleforce nel 1970, quando era appena ventenne…” L’immagine successiva ritraeva un' Angela sorridente, leggermente più giovane rispetto alla prima diapositiva e con i capelli biondi, mentre posava insieme ad un’equipe di scienziati ed un uomo baffuto, Salazar. “ Nel 1973 entrò in contatto con una enorme quantità di energia Teleforce all’interno di una centrale europea. Angela Solheim è una dei 160 Super creati in quel giorno.” “Quindi è una Super… figlia di un Super? Ma che bella coincidenza…” sbottò Sinclair, accendendosi un sigaro. “E che poteri avrebbe, questa deliziosa fanciulla? Non l’ho mai sentita nominare.” “Angela Solheim ha fatto ben presto perdere le sue tracce, continuando le sue ricerche sulla Teleforce per conto proprio. Non è mai finita sotto i riflettori, preferendo dedicarsi alla scienza piuttosto che a combattere il crimine. L’incidente le ha conferito una forza superiore ad un normale essere umano, sebbene non paragonabile a quella di Super come American Dream o Uranium. Inoltre, la sua struttura ossea si è irrobustita a livelli incredibili, così come la sua pelle. Non è invulnerabile, ma quasi. Non possiede altre capacità.”
“BALLE!” urlò David Boone sbattendo il pugno buono sul tavolo. “Mi avevi già raccontato questa favoletta, testa d’uovo. Avevi detto che qualche proiettile esplosivo sarebbe stato sufficiente per ucciderla. Ma quella ha letteralmente accartocciato i miei uomini come lattine e ha spezzato il mio fottutissimo braccio senza battere ciglio! E tu mi vieni a dire che non ha altre capacità?!” Donovan deglutì rumorosamente e si aggiustò gli occhiali. “Beh, ecco… non aveva mai manifestato simili poteri. Non ne sono mai venuto a conoscenza.” “Ma che bella scusa del cazzo! Dovrei spaccarti il…” “Calmati, David.” Intervenne William Worthington, toccando la mano del sicario. “Continui pure, Donovan. E già che c’è, ci illustri che relazione intercorre tra lei e Ms. Solheim.” Il tono gelido dell’uomo fece rabbrividire Donovan, che riprese a spiegare. “Ho incontrato Angela Solheim lavorando al progetto C.L.O.U.D., nel 1990.” Una seconda equipe di scienziati comparve sullo schermo, tra cui spiccavano Angela e un sorridente Donovan. “Lo scopo del progetto era di riprodurre l’energia Teleforce. Angela Solheim stava conducendo una serie di esperimenti per controllare e sopprimere lo stesso tipo di energia. Una sorta di “Anti-Teleforce”, potremmo dire”. La diapositiva successiva conteneva un enorme generatore Tesla circondato da scariche elettriche.
“Mi sembra tutto il contrario di quello che il progetto voleva creare…” commentò Pete. “Non esattamente. Dovete sapere che la Teleforce è molto più instabile di quanto si creda. Per questo quasi tutti i tentativi di dare vita a Super utilizzandola non hanno prodotto esiti, e nei peggiori casi si è rivelata dannosa. Nell’incidente del 1973 furono creati 160 superumani. Quello che non si racconta in giro è che più di 200 persone presenti nelle otto fabbriche non solo non ottennero poteri come i 160 Super, ma subirono danni pesanti dall’esposizione alla Teleforce paragonabili ad un avvelenamento radioattivo. Gli effetti variarono molto da individuo ad individuo, ma tra di essi figurano tumori, leucemia, cecità, invecchiamento precoce, addirittura deformità. I casi più estremi si ritrovarono dotati di capacità tanto incredibili quanto dannose per sé e per gli altri. Questa, ad esempio, è Kareema Gupta.” La diapositiva mostrava il volto grazioso di una giovane donna indiana. Una profonda cicatrice solcava la sua guancia destra. “Kareema, il Soggetto Zero, venne coinvolta nello stesso incidente che conferì ad Angela Solheim i suoi poteri. Ma non fu altrettanto fortunata. La Teleforce la trasformò in una sorta di vampiro psichico: la sua sola presenza era sufficiente per danneggiare irreparabilmente ogni forma di vita nelle vicinanze, prosciugandola completamente di ogni energia fisica e mentale. Questa abilità non era controllabile. Fu Angela a prendersi cura di lei per i successivi 17 anni, tentando costantemente di trovare una cura. Il progetto C.L.O.U.D. le diede finalmente i mezzi per portare avanti i suoi esperimenti.” In un’altra immagine Kareema era stesa su un lettino chirurgico, circondata da un gruppo di scienziati vestiti con tute Hazmat.
“Io collaboravo con Angela Solheim per trovare una cura. L’obiettivo era generare un flusso stabile di Teleforce per annullare i poteri di Kareema e degli altri Soggetti.” “Te la sei portata a letto?” Sghignazzò Sinclair. “Tuttavia” continuò Donovan, ignorando la domanda “io e Angela ci trovavamo spesso in disaccordo. Lei riteneva che fosse necessario sviluppare una cura, per consentire a quelli come Kareema di tornare ad avere una vita normale. Io ritenevo i nostri esperimenti l’unica speranza per contrastare i Super più pericolosi. Sviluppando una Anti-Teleforce, avremmo potuto neutralizzare innumerevoli minacce, come Crimson Raider, o Starsmasher. Individui troppo pericolosi e troppo potenti anche per altri superumani. Ma la dottoressa Solheim non aveva la minima intenzione di usare le sue ricerche a questo scopo.” “Ok, conosciamo questa parte. E’ uno dei motivi per cui la finanziamo: neutralizzare i poteri dei Super. Quello che vogliamo sapere è cosa successe al progetto C.L.O.U.D. e alla Solheim.” intervenne Worthington. Donovan restò in silenzio per qualche istante. “Angela non voleva cedere. Cominciò a non fidarsi più di me e minacciò di cacciarmi dal laboratorio. Cercai di impossessarmi dei suoi dati di ricerca… ma venni scoperto. Mi sbatterono fuori dal Progetto C.L.O.U.D. Ma ero arrivato talmente vicino alla meta che non potevo arrendermi. Dovevo prendere quei dati.” "Non potevi replicarli?" "Impossibile. Il lavoro di Angela era unico, creato grazie alla sua intelligenza straordinaria e da una serie di test fortunati. Ripartire da zero era fuori discussione." “E quindi che hai fatto?” chiese Irina Vladescu con la sua voce stridula. “Assoldai una task force di mercenari per penetrare all’interno dello stabilimento e rubare tutti i dati e i campioni prodotti da Angela. Ma successe un disastro. Uno dei mercenari si imbattè in Kareema, e le sparò per difendersi. Ormai in punto di morte, il Soggetto Zero iniziò ad assorbire enormi quantità di energia dal generatore Tesla principale nel tentativo di restare in vita. Il generatore esplose… radendo al suolo lo stabilimento e tutti coloro che si trovavano al suo interno.”
David fischiò. “Complimenti, testa d’uovo.” “Ma a quanto pare Angela Solheim non è perita nell’esplosione dello stabilimento C.L.O.U.D., dico bene?” intervenne Worthington. “No.” “E lei sospettava che fosse ancora viva, quando ha iniziato a lavorare per noi?” “Si, ma non ne avevo conferma.” “Mmh. Per questo ha raccomandato a David e ai suoi uomini di portare con sé fucili d’assalto modificati, per il mancato scambio della settimana scorsa?” “Esatto.” “Sono serviti tantissimo…” brontolò David. “Quindi mi faccia capire. C’è una Super che sta ostacolando i nostri progetti, che ruba i nostri carichi, e che ha tutta l’intenzione di vendicarsi di lei. Inoltre ha sviluppato nuovi poteri che la rendono letale. E lei lo sapeva. Mi corregga se sbaglio.” “Direi di no.” “Donovan” sospirò Worthington “Lei è a capo della nostra divisione scientifica. Le sue ricerche sono essenziali per ripristinare la gloria delle nostre Famiglie non solo a Londra, ma nel resto del mondo. Il mutageno che Angela Solheim ci ha rubato è la chiave del nostro successo.” Worthington alzò il tono della voce. “Le consiglio di trovare una soluzione a questo problema al più presto. Ci aveva assicurato che nessuno sarebbe potuto risalire a lei. Si sbarazzi di Angela Solheim, o le assicuro che la sua situazione diventerà oltremodo spiacevole!” Worthington terminò la sfuriata con un pugno sul tavolo. “Che hai intenzione di fare, dunque? La ragazza pare un osso duro.” chiese David, con un sorriso compiaciuto. Donovan sorrise a sua volta, si schiarì la voce, e spiegò dettagliatamente il suo piano.
[TO BE CONTINUED...]
- BONEDUST: CAPITOLO 1