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Nel dicembre del 2010 venne inaugurato il Planet Hunters Project, un progetto che finora ha coinvolto circa 40.000 utenti della Rete nella ricerca di potenziali pianeti extrasolari attorno ad oltre 150.000 stelle.
Grazie all'analisi dei dati raccolti dalla missione Kepler della NASA, alcuni utenti del progetto Planet Hunters hanno scoperto due potenziali pianeti extrasolari. "E' la prima volta che il pubblico ha utilizzato i dati di una missione spaziale NASA per rilevare potenziali pianeti in orbita attorno ad altre stelle" afferma Debra Fischer, astronoma che ha collaborato nel lancio del progetto.
I Planet Hunters hanno inviato alla NASA una lista di 10 possibili esopianeti, ridotta poi a due dal team che si dedica a Kepler. I dati sono stati analizzati più e più volte dagli utenti, con il controllo incrociato della NASA, fino all'inserimento delle due nuove scoperte nella lista dei potenziali pianeti extrasolari.
I due candidati orbitano attorno alle loro stelle lungo un periodo di 10-50 giorni, e hanno un diametro da due a otto volte quello terreastre. Uno dei due potrebbe essere un Super-Earth, un pianeta roccioso simile alla Terra, anche se non si trova nella "zona abitabile" (che consente l'esistenza di acqua allo stato liquido) del suo sistema solare.
Per verificare le analisi sui dati di Kepler, il team di Planet Hunters che ha effettuato la scoperta ha utilizzato l'osservatorio Keck nelle Hawaii per osservare le stelle attorno alle quali i due pianeti orbiterebbero. "Credo ci sia il 95% di probabilità che si tratti realmente di pianeti" dice Fischer.
L'apertura al pubblico dei dati raccolti da Kepler non può che far del bene all'intero mondo dell'astronomia. Coinvolgere anche solo semplici appassionati sembra aver dato i suoi frutti in diversi progetti scientifici, e la collaborazione tra astronomi e astrofili sembra essere stata particolarmente proficua negli ultimi anni.
Grazie a questa collaborazione, i due pianeti scoperti dai Planet Hunters, sfuggiti al controllo degli analisti della missione Kepler, sono stati inseriti nella lista dei potenziali pianeti extrasolari. "Questi candidati avrebbero potuto passare inosservati senza i Planet Hunters" dichiara Meg Schwamb, co-fondatrice del Planet Hunters Project. "Ovviamente i Planet Hunters non si sostituiscono alle analisi fatte dal team Kepler, ma si sono dimostrati essere uno strumento di grande valore nella la ricerca di altri mondi".
Se consideriamo che i due candidati sono stati scoperti solo nel primo mese di analisi dei dati di Kepler da parte dei Planet Hunters, possiamo solo immaginare l'importante contributo che gli appassionati di astronomia potranno fornire in futuro.
"Gli scienziati del team Kepler hanno ottenuti i dati, ma il pubblico ha contribuito a finanziare il progetto con i dollari delle loro tasse" spiega Fischer. "E' semplicemente corretto che questi dati siano stati resi di pubblico dominio, non solo come risultati passati al vaglio dalla scienza, ma in una forma che possa far partecipare attivamente il pubblico alla fase di ricerca. Il programma spaziale è un tesoro nazionale, un monumento alla curiosità dell'America sull'universo".
I Planet Hunters si stanno ora dedicando ad analizzare i successivi 90 giorni di raccolta dati di Kepler, nella speranza di dare il loro contributo. "Questo è ciò che abbiamo scoperto solo dando un'occhiata preliminare al primo set di dati di Kepler. Non c'è dubbio che, ad ogni nuova porzione di dati, ci saranno ulteriori scoperte".
From the comfort of home, Web users may have found new planets