Due papi diversamente santi

Oggi i cattolici festeggiano due nuovi santi, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Non sono uno storico della Chiesa e nemmeno un esperto di "cose vaticane", mi sento però di concordare con coloro che (pochi, per la verità, come alcuni i cui contributi si possono leggere sul sito di Micromega, qui) in questi giorni hanno detto che la decisione di papa Roncalli nell'indire il Concilio Vaticano II (1962-1965), l'esigenza che avvertiva di un dialogo tra la Chiesa e il mondo, di una Chiesa più aderente al dettato evangelico e governata con metodo collegiale, siano state rallentate prima da Paolo VI e poi in gran parte vanificate da papa Wojtyla. Come non ricordare che quest'ultimo, al di là della sua indubitabile statura storica, con la sua esposizione mediatica abbia di fatto continuato ad interpretare il papato in maniera accentratrice, e come non dimenticare l'emarginazione dei teologi che esprimevano posizioni eterodosse, come Hans Küng o i teologi della liberazione, mentre non esitò a farsi ritrarre con il dittatore cileno Pinochet nel suo palazzo a Santiago. L'impressione, in un anno di pontificato di papa Bergoglio, è che quel percorso iniziato da papa Roncalli, e poi interrotto, sia stato ripreso.