Verrà cantando il sangue
di Vittorio Del Tufo Rogiosi pagine 303 € 12,50 Piergiorgio Sarubbi, Ordinario di Chimica all’Università di Milano, viene ritrovato morto, il corpo riverso nella sterpaglia del Nuovo Policlinico di Napoli. Si tratta di un omicidio o di una disgrazia?, che ci faceva al Nuovo Policlinico se anche moglie e figlio erano all’oscuro del suo viaggio nella metropoli partenopea? Gli inquirenti , come si suol dire,brancolano nel buio. C’è un giovane giornalista che si occupa di nera per il quotidiano “Prima Pagina” ,Andrea Moussanet, che mandato sul posto dal suo capo redattore, fiuta una pista che parte dall’indagine su di una caratteristica tipica di alcune sostanze di fluidificarsi e diminuire la propria viscosità se sottoposte a lievi oscillazioni meccaniche che i chimici chiamano: tissotropia. “Vuoi vedere che la tissotropia c’entra qualcosa con la morte di Sarubbi?”, questa è la domanda sempre più assillante che frulla nella mente di Moussanet.
Vittorio Del Tufo,giornalista
Napoli, luglio 1389 un cadavere straziato da mille colpi viene ritrovato sull’acciottolato della pedamentina, è quello di Mercurio, un monaco alchimista che aveva un laboratorio su ai Camaldoli. Tira una brutta aria nel Regno di Napoli, i Signori dei Sedili sono divisi, fra il Papa di Roma e il Papa di Avignone, fra Durazzeschi e Angioini, il sangue scorre a fiumi a Napoli, intrighi , assassinii e avvelenamenti sono all’ordine del giorno ,ma cosa lega la morte di un alchimista napoletano vissuto nel Trecento a quella di un chimico milanese vissuto nel Novecento? Il giallo di Del Tufo si dipana su due binari paralleli in modo avvincente e intrigante, attraversano epoche diverse, il minimo comun denominatore è rappresentato dal sangue ,ma non uno qualsiasi, uno veramente speciale, quello del Santo napoletano per eccellenza: San Gennaro.
di Luigi De Rosa