Che senso ha lo sciopero promosso dalla CGIL per il prossimo venerdì?
E’ una domanda che mi frulla in testa da qualche giorno, e non devo essere l’unica a pormela dal momento che, anche per mestiere, devo chiedere a parte del personale della mia azienda chi aderisce.
Saranno pochissimi ad aderire e non perchè non siano convinti della necessità di dare una risposta alle proposte del governo che, malinconicamente, prevedono sacrifici pesanti sempre ai soliti e non a tutti.
Quello che contestano, infatti, è la poca incisività che ha questa proposta.
Non è che non vogliono lo sciopero, ne vogliono di più.
Non sono d’accordo nel farsi detrarre una giornata di stipendio senza che questo abbia un vero impatto; sarebbero disponibili a perdere molte più giornate.
Vorrebbero, cioè, uno sciopero ad oltranza.
Mi dicono: impariamo dagli altri; dai camionisti, dai taxisti, dai farmacisti.
Blocchiamo davvero tutto perchè tutti imparino che esistiamo anche noi e che, anche noi, siamo importanti nell’economia e per il benessere del paese.
Questo vorrei dire alla Camusso, non basta un giorno di sciopero.
Ci pensi, la Camusso e ci pensino anche gli altri sindacati, forse siamo ancora in tempo.
Forse.