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Due parole due su I Sonnambuli (di Mick Garris, 1992)
Creato il 07 gennaio 2016 da Frank_romantico @Combinazione_CDurante questi giorni di festa ho colto l'occasione per rivedere un film che non vedevo da tempo. Avendo il dvd de I Sonnambuli, è stato un piacere riapprocciarmi a questo piccolo e poco conosciuto cult anni '90 scritto da Stephen King e tratto da un suo romanzo mai pubblicato.
Girato dal solito Mick Garris, uno che come regista ha sempre lasciato il tempo che trova ma che ha avuto la brillante idea di ideare la serie Masters of Horror, I Sonnambuli non verrà di certo ricordato come il miglior film tratto/ispirato da un'opera di King, ma per me rimane uno di quei film indispensabili al buon umore grazie alla sua capacità di fondere perfettamente splatter (tanto, tanto spatter) a veri e propri momenti comici. Non come le moderne horror commedy ma con quel gusto tutto anni '90 per gli eccessi che a quelli della mia generazione piace assai.
Charles Brady e sua madre Mary sono sonnambuli, antichissime creature metà uomo, metà gatto. Trasferitisi da poco nella piccola Travis, nell'Indiana, necessitano per sopravvivere di nutrirsi di vergini ragazze, nutrendosi della loro purezza. Sarà compito quindi di Charles sedurre la giovane Tanya.
Al di là della riuscita tecnica di un film come questo, che evidentemente si inserisce nel filone dei B-movie horror fine 1980/inizio 1990, c'è da dire che I Sonnambuli è un vero e proprio spasso, l'ennesimo bagno di sangue nella provincia americana che trasforma il classico mito del vampiro in una storia in fin dei conti non poi così scontata, con quel rapporto "scomodossimo" tra madre e figlio e quell'aurea da horror adolescenziale caricato con così tanta cattiveria da renderlo quasi atipico, incluso un lieto fine che tanto lieto non è, a pensarci bene.
Insomma, ci si diverte, non ci si annoia neanche nel mentre il film sta prendendo quota, lasciando nella parte finale tutto il gore che si possa desiderare. Ma forse agli appassionati non sarà questo che scalderà di più il cuore, né il fatto che si tratti di una sceneggiatura originale di Stephen King. Sto parlando invece di tutti i cameo presenti, di tutte le comparsate, roba da entusiasmare chiunque, senza riserve: non solo nel cast è presente un giovanissimo Ron Perlman, ma fanno la loro apparizione, oltre al Re in persona, John Landis, Joe Dante, Clive Barker, Tobe Hooper, Mark Hamill.
Peccato che i più non conoscano questo film, Sarebbe sicuramente da riscoprire.
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