Magazine Diario personale

Due parole su Deliverance (1972)

Da Bangorn @MarcoBangoSiena

Un film che ho rivisto volentieri dopo decenni, un film che non mi fu del tutto chiaro la prima volta che lo guardai. Uno dei primi film* a portare sullo schermo tematiche forti come l’inbreeding (di cui ho già parlato varie volte), lo stupro contro natura e l’omicidio per necessità, il tutto interpretato da uomini adulti, comuni e che devono per questo prendere anche decisioni difficili.
Oggi, chi lo produrrebbe?

Lewis (sx) Ed (dx)

Trama

Anche se non è una recensione vera e propria, due righe di trama per chi non lo ha mai visto sono doverose.
Lewis, esperto cacciatore e survivalista, organizza una risalita sul fiume Cahulawassee prima che la nuova diga trasformi la valle in cui scorre in un immenso lago. A lui si uniscono Bobby, Drew e Ed, tre uomini che non hanno mai preso parte a un’impresa del genere.
Arrivati alla prima stazione di servizio, chiedono ai residenti se ci sia qualcuno disposto a portare le loro auto a valle, mentre loro risaliranno il fiume.
La loro avventura, ovviamente, sarà meno piacevole di quello che si aspettano.

Una delle scene più famose: duelling banjos

Considerazioni

Abbiamo quattro protagonisti, molto diversi da loro, e che difficilmente rientrerebbero in un cast di un film odierno, soprattutto perché non si potrebbe limitare il target della produzione ai soli adulti, perdendo così una fetta di pubblico importante come i teenager e i ragazzi in generale. Perché non troverebbero una parte? Abbiamo Burt Reynolds nel ruolo di Lewis, spaccone uomo tutto di un pezzo, molto mascolino, che all’epoca era lo standard dell’uomo sexy per il pubblico femminile. Bobby, il molle amico sovrappeso e antipatico. Drew, l’entusiasta musicista che ci prova a godersi la natura, vuole godersela, e si diverte con la sua chitarra a intrattenere il gruppo. E infine Ed, tranquillo padre di famiglia, amico di tutti ed equilibrato, ma quello che dovrà per forza di cose prendere le redini.
Non sono ragazzi, sono uomini maturi: Reynolds all’epoca aveva più o meno la mia età e ne dimostrava sicuramente di più di qualsiasi suo coetaneo di oggi. Nel suo ruolo, ci potrebbe stare solo Hugh Jackman, per dire, se lo girassero oggi.

Reynolds diceva no all’estetista

E poi ci sono delle tematiche che oggi sembrano non essere più politically correct: Lewis ammazza alle spalle un redneck, lo uccide con un freccia, senza avvertire, e gli altri sono d’accordo nel dire che era l’unica cosa da fare. Lo seppelliscono, si accordano per tacere, e se ne vanno. Questo dopo una scena di abusi ai danni di Bobby, scena molto forte che fa intuire più di quello che mostra. Seguono altre decisioni, altri scontri, che porteranno alla metamorfosi del mite Ed, costretto suo malgrado a difendere se stesso e gli altri.
Al giorno d’oggi, un protagonista come Lewis non ucciderebbe alle spalle, aspetterebbe che l’altro si girasse, che attaccasse per primo e lo colpirebbe forse accidentalmente, oppure la scelta sarebbe di far cadere l’antagonista da solo.

Cosa vi dicevo? Non è caduto da solo sulla freccia…

Abbiamo esempi anche ai nostri giorni, dove film in cui ci dovrebbero essere lotte all’ultimo sangue si rivelano poco più che sciocchi e bacchettoni scontri che assomigliano più a lotte con i cuscini.
Cos’ha cambiato così tanto il cinema dal 1972 a oggi? Perché dobbiamo avere protagonisti senza macchia sullo schermo? Vedendo questo film ho dovuto fare la stessa riflessione che feci con Rollerball. Una riflessione amara.

 

* Anche una vittima dei titolatori pazzi, che lo ribattezzarono un Tranquillo Week end di paura…


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