Magazine Cultura
L’incontro con l’Hunter Kaito segnerà per sempre la sua esistenza e lo spingerà a lasciare l’isola per partire alla volta del mondo, per vivere avventure mirabolanti all’insegna del divertimento...
Abbiate pietà per quest’orripilante sinossi.
Per scrivere questo articolo ho avuto bisogno di attivare il mio “Nen” da blogger, vista la difficoltà della materia. E utilizzo il termine difficoltà perché parlare di Hunter x Hunter di Yoshihiro Togashi è oggettivamente difficile, soprattutto se bisogna contenersi in un numero “ideale” di parole.
Inoltre occorre fare un passo indietro, e ribadire cose già dette: ovvero che Togashi, l’autore del manga, è uno dei diamanti, delle eccellenze del panorama fumettistico nipponico. Yu degli Spettri era (ed è) uno dei migliori shonen della storia perché rappresenta la sintesi perfetta del meglio del meglio del meglio dello shonen anni 80/90.
In una cosa Togashi ha sempre eccelso su buona parte dei suoi diretti concorrenti mangaka: il divertimento.
Leggere Yu degli Spettri è sempre stato dannatamente divertente, sin dal primo capitolo.
E questa sua peculiarità la ritroviamo ovviamente anche in Hunter x Hunter (d’ora in poi HxH).
Un po' di gentaglia...
HxH parte subito sparato a mille. Dopo il primo ovvio capitolo introduttivo, nel quale facciamo la conoscenza del protagonista Gon, Togashi ci scaraventa in un mondo variegato, in un caleidoscopio di informazioni e in un vortice di personaggi indimenticabili.
Gon parte alla ricerca del padre Jin, uno degli Hunter più importanti del mondo, e per farlo deve diventare Hunter a sua volta (ovvero un professionista che si può occupare di svariati ambiti, dalla ricerca scientifica a quella archeologica, passando per compiti di servigio prezzolato presso questo o quel padrone).
Gon e Killua! Combo perfetta!
Il 90% degli autori avrebbe perso tempo per farci conoscere meglio i personaggi, rendendo l’esame per diventare Hunter l’obiettivo principale della prima parte della sua opera.
Togashi no; lui se ne sbatte, e l’esame per diventare Hunter è esattamente la prima cosa che ti propina.
Senza perder tempo, senza fronzoli, senza paura.
Divertimento, divertimento e ancora divertimento.
Sempre prima di tutto.
Senza dimenticarsi poi di approfondire questo o quel personaggio, questa o quella faccenda.
Almeno fino alla saga delle Formichimere.
I protagonisti, i loro alleati e i loro avversari non hanno bisogno di lunghe introduzioni per essere presentati. Vengono introdotti e basta, è la narrazione “in progress” che ci permette di conoscere a fondo le loro storie e i loro caratteri.
Sullo sfondo, Genkai 2.0
I piani di combattimento, le tattiche, le strategie e le contromisure prese per arginare un problema sono mostrate in tempo “reale”. Gli spiegoni sul funzionamento delle tecniche di combattimento e dell’energia spirituale sono funzionali alla storia, e mai mero pretesto per allungare il brodo e sprecare pagine.
E anche quando si dilungano in pagine e pagine e pagine di spiegazioni, sono talmente affascinanti che si rimane estasiati…perché divertono da morire.
Con HxH Togashi rimescola la maggior parte degli elementi migliori visti in Yu degli Spettri e li ripropone in maniera 2.0, rivisitandoli, ampliandoli, migliorandoli.
La gestione dell’energia spirituale di HxH, il Nen, è l’ovvia metamorfosi di quanto visto nel corso delle avventure di Urameshi&co; i combattimenti puntano quasi esclusivamente sulla tattica e sulla strategia in sfavore delle solite mazzate “dure&pure” – proprio come avveniva nella seconda parte di Yu degli Spettri; tutti i personaggi, anche quelli “mordi e fuggi”, non sono buttati a caso e hanno il loro perché (anche se il protagonista principale, Gon, è paradossalmente il più debole – caratterialmente parlando – di tutta la storia; da questo punto di vista, Yusuke&friend, rispetto al “quartetto” di HxH, sono dei giganti inarrivabili).
L'energia spirituale in HxH
Gli archi narrativi sono quasi tutti uno splendore.
La prova per diventare Hunter, i vari tornei di arti marziali, il ciclo di York Shin, Greed Island, la maxisaga delle Formichimere e la minisaga sull’elezione del Presidente della Società degli Hunter hanno un fascino unico.
Togashi ha questa strabiliante peculiarità, ovvero di presentare una saga che apparentemente sembra banalissima (o già vista) per poi piegarla e ribaltarla al suo volere sviluppandola in modo del tutto inaspettato.
Su tutte, la saga delle Formichimere, partita come la solita “arginiamo la minaccia delle bestie che possono distruggere il mondo” e rivoluzionata totalmente tanto dal punto di vista meramente narrativo, quanto dal punto di vista dell’approccio psicologico dei personaggi presentati*.
Non è la mia saga preferita (che rimane Greed Island, in quanto esempio perfetto di divertimento puro al 100%), ma è sicuramente la saga più bella e interessante di tutto il manga (nonché quella più complessa sotto tutti i punti di vista).
Meruem: uno dei migliori personaggi mai visti in un manga
Insomma, se siete alla ricerca di una lettura mai banale, divertente – e allo stesso tempo impegnativa -, Hunter x Hunter farà al caso vostro, senza se e senza ma.
MOMENTO CACACAZZO
Archiviata la pratica dell’articolo generalista, passiamo ora al momento cacacazzo.
Ho iniziato a leggere HxH perché incuriosito dai continui paragoni con One Piece.
A lettura ultimata, non riesco a capire perché si voglia forzare il lettore a farli, questi paragoni.
One Piece e Hunter x Hunter non potrebbero essere manga più diversi tra loro.
Credo che i lettori (anzi, i fan[atici]) di HxH abbiano il complesso di Oda (che come sappiamo, ha un’ora d’aria libera ogni 4 settimane), perché sono incazzati del fatto che Togashi potrebbe sfornare (e finire) un capolavoro, mentre la sua discontinuità – che già ha mandato alle ortiche Yu degli Spettri – rischia di fottere anche HxH…E lasciarli (anzi, lasciarCI) delusi anche questa volta.
Io ho letto (e mi sono goduto) HxH senza impegno, sapendo già in partenza che probabilmente questo manga svaccherà a causa del suo indolente autore.
E infatti…da quant’è che è ferma la serializzazione?
Un anno?
Campa cavallo che l’erba cresce…
Ps: ma perchè si pronuncia "Hunter Hunter" e non "Hunter PER Hunter"?
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*Mi rendo conto che sto parlando in maniera molto generica, prometto di scriverci un articolo a parte solo sulle Formichimere.
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