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Due poesie da La caduta di Bisanzio, Alessandro Rivali

Da Vivianascarinci

Era una solitaria ascesi

nella lotta contro il drago.

Un guardiano minacciava la sua opera:

quel sudario era telo di untori,

possibile irradiazione e contagio.

Un giorno avrebbe invocato

la rabbia degli sciacalli e dei cani,

su chi lacerava la grazia nel lutto.

Nel diluvio ritornava la promessa:

leggeremo insieme i poemi del mare.

.

Incideva i riquadri d’erba

e ripassava gli anni insieme,

la scelta dei regali ai figli,

i libri sottratti al contagio.

I dialoghi s’alzavano dal passato,

rocche sulla nebbia dei laghi.

Si accaniva sugli strati di torba,

anche le viscere conoscevano

la rovina della superficie.

Non dimenticare il tremito della mano.


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