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So che gli Dèi morirono
nella matematica della casa millenaria,
e in tutti i mattatoi del mattino.
So che gli eredi si estinsero
nei musei degli eventi,
negli incendi estremi,
calcolando il pericolo antico.
So che i più celebri
eroi veri di ieri partirono
al mare del martirio,
al mare dell’addio,
quando il primo libro vivo
si infiammò del breve
brivido delle epoche.
Ma questo è il trionfo
questo è il trionfo di tutti
i teatri tramontati.
Questo è l’eterno
genio di chi guardò in uno specchio.
Questo è l’innamoramento.
Questo è il monumento del momento.
Questo è l’immenso
segreto che recito.
Questo è l’esercito che eredito
dentro lo specchio perfetto.
Questa è l’alta
matematica innamorata
che incanta la condanna,
attraversata
la porta bianca di Martina Franca.
In voi giovani nomi,
in voi eroi
dei corpi dei giorni,
in voi sismografi delle perfezioni,
in voi spaventi dello spirito,
in voi compagni
di quella età divina
di cui sempre ebbi notizia,
in voi io conobbi
ogni scuola scandalosa della gloria.
Sto per essere
abbandonato al sacro
massacro del calendario e del miracolo.
Dopo di voi
dopo di voi io
dopo di voi io non sono
dopo di voi io non sarò
mai più guarito dall’essere nato.
HOHENSTAUFEN REQUIEM
Divine mattine dell’estinzione. Libro definitivo io inizio. Estinguo l’incubo dell’organismo antichissimo. Estinguo lo spartito scritto dal mattino del delitto.
Perfetto dell’inferno divento la vertigine irripetibile, le geometrie di tutte le vite definitive. Diviso dal dovere divino dico l’unico pericolo. Scandisco la bella battaglia, il trauma che entusiasma la scomparsa, le scienze delle sentenze, l’estasi di esattezze, le feste entusiaste dell’incessante immagine geniale, la regola regale.
Nell’entusiasmo disumano ammalo il diario, il palco diventato epitaffio, l’orfanotrofio furioso del giorno. Invento l’inverno maledetto del racconto, crudele delle bellezze estreme e perfette, folle delle nuove forme di morte. Muoio diventato il metronomo del mondo, nuovo come un capolavoro. Penso l’enciclopedico concerto del congedo. Calcolo lo spettacolo di chi è stato. Scrivo il suicidio del destino ossessivo millimetro dopo millimetro. Esordisco nel delirio antico, bellissimo corpo ferito, anniversario del respiro.
E dissacrati tutti i vostri teatri voi non siate mai nati.
NOTA BIOGRAFICA
Andrea Leone è nato a Milano. Titoli: Scena della violenza (Poesia, Crocetti), L’Ordine (La Vita Felice, collana Niebo, 2006, prefazione di Milo De Angelis, Premio Adonis- Premio San Pellegrino Opera Prima), Il suicidio di Holly Parker (Lampi di stampa, 2008), Stirpe (Lampi di stampa, 2009), La sposa barocca (AA.VV. Lietocolle 2010), Lezioni di crudeltà (Poiesis, 2010, Classifica Pordenone Legge- Premio Dedalus). Il suo sito è www.andrealeone.weebly.com