Magazine Cultura
Era da un po' di tempo che non andavamo a cena fuori. Ma c'erano questi due locali che ci incuriosivano e che stanno rivitalizzando un po' l'atmosfera "mortaccina" serale del quartiere Appio Latino . Addirittura all'osteria 22quattro volevamo andarci a febbraio, ma la "copiosa" nevicata che imbiancò la città dei sette colli ci fece desistere ed attendere tempi migliori. Nel frattempo, avevamo notato la nascita ed apertura del Vintage bistrot. Una sera, passandoci davanti, abbiamo deciso di provare. Il locale ha un'atmosfera molto gradevole, pochi tavoli e piuttosto distanti tra di loro, musica di sottofondo lieve e piacevole (la sera che provammo noi addirittura c'era Paolo Conte ... e ho detto tutto). Molto gentile e cortese la "titolare/cameriera" che ci ha spiegato piatti e vini con passione, competenza ma senza risultare stucchevole o finta. Molto curati i piatti, saporiti ma non troppo carichi (a parte il dessert, una mousse al cioccolato forse un po' troppo abbondante e stancante alla lunga) e, piacevole sorpresa, abbiamo trovato una bottiglia di Tellus di Falesco, di cui vi avevo precedentemente parlato. Ci torneremo sicuramente e forse proveremo il pranzo domenicale.
Ieri sera, invece, siamo riusciti ad entrare al 22quattro. Eh si, perché è difficile pure entrare nel locale, tanto è piccolo e pieno di tavoli. Un po' troppi a mio avviso, però con meno coperti forse non si riescono a coprire le spese. Il locale è comunque carino, la cucina a vista da una buona impressione ed anche i tempi di attesa un po' lunghi sui piatti ordinati lascia la piacevole sensazione di prodotti elaborati al momento. E permetterebbe anche di lasciare il tempo alla conversazione se non fosse per la musica, bella per carità (Graceland di Paul Simon, il mio terzo o quarto disco preferito) ma un filo altina. Il ragazzo che serve e prende le ordinazioni è cortese ed anche abbastanza sollecito (è da solo ma d'altronde non c'entrerebbe nessun altro) anche se ogni tanto, viste le dimensioni del locale, il suo gomito sfiorava pericolosamente mascelle e nuche dei commensali. Anche qui la cucina è piacevole anche se forse mancava un po' di forza e personalità. Una nota positiva (mi era stato consigliato) viene dal vino della casa : abbiamo bevuto uno Chardonnay di Cerveteri, Tenuta Tre Cancelli, decisamente gradevole e servito fresco. Nota negativa la mancanza di bancomat e carta di credito; nel terzo millennio dovrebbe essere obbligatorio, se vuoi aprire una qualsivoglia attività pubblica, dare la possibilità di pagare con la plastica. Comunque anche questo è un locale gradevole che penso andremo a riprovare presto. Buon appetito a tutti.
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