Il Programma Participating Scientist di Cassini ha avuto inizio nel 2011 con la selezione di 12 proposte meritevoli, tra cui due italiane. Nel 2012 i selezionati sono stati 9 (nessun italiano), e quest'anno solamente 7, tra cui appunto i due ricercatori italiani dell'IAPS di Roma, Federico Tosi e Giuseppe Mitri
di Francesco ReaRappresentazione artistica di Satruno con la sonda Cassini (NASA/ESA/ASI)
Due progetti scientifici dell’INAF – IAPS di Roma per la sonda Cassini. È quanto deciso dal review panel NASA-ESA-ASI incaricato di selezionare annualmente i Participating Scientist della missione Cassini Solstice, che ha giudicato molto positivamente le proposte di ricerca presentate da Federico Tosi e Giuseppe Mitri (INAF-IAPS).
Le proposte riguardano lo studio della superficie di Titano, maggiore satellite di Saturno, mediante la combinazione di osservazioni infrarosse e radar e lo studio della crosta ghiacciata del satellite mediante la combinazione di misure di gravità e altimetria.
Il Programma Participating Scientist di Cassini ha avuto inizio nel 2011 con la selezione di 12 proposte meritevoli, tra cui due italiane. Nel 2012 i selezionati sono stati 9 (nessun italiano), e quest’anno solamente 7, tra cui appunto i due ricercatori italiani dell’IAPS di Roma.
Il 9 dicembre i due ricercatori sono stati nominati ufficialmente Participating Scientist per la missione Cassini Solstice nel triennio 2014-2016, e sono stati invitati a recarsi a febbraio prossimo al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena per presentare i loro progetto di ricerca al team Cassini, che qui ci espongono in anteprima:
“Nella mia proposta, ci spiega Federico Tosi, ho previsto di studiare il maggiore satellite di Saturno, Titano, combinando e classificando i dati infrarossi e radar acquisiti dall’orbiter di Cassini. Su Titano, i maggiori laghi e mari di etano e metano liquidi si concentrano ad elevate latitudini settentrionali; ma fino ad oggi questa zona era preclusa alle osservazioni ottiche e infrarosse trovandosi in condizioni di ombra permanente. Con l’evolvere della missione Cassini verso il solstizio estivo, la regione polare nord sta diventando gradualmente investigabile anche a lunghezze d’onda ottiche e infrarosse. Combinando i dati infrarossi e radar a vasta scala e classificandoli con tecniche automatiche, sarà possibile investigare l’eventuale emergere di unità di superficie, omogenee in termini di composizione e struttura fisica, che non sono non evidenti dall’analisi dei singoli dati infrarossi o radar. La fusione degli stessi dati a maggiore risoluzione nel cosiddetto distretto dei laghi fornirà un ingrandimento dei terreni fluviali e permetterà un esame diretto delle correlazioni tra i domini spettrale dell’infrarosso e microonde”.
“La mia attività di ricerca – ci dice Giuseppe Mitri – si concentrerà sullo studio della struttura interna di Titano e in particolare della sua crosta ghiacciata esterna, sviluppando modelli di topografia superficiale, delle anomalie di gravità e della deformazione mareale di questo satellite ghiacciato. Per lo studio utilizzerò le misure del campo di gravità determinate dall’esperimento di radio scienza e i dati di elevazione radar della missione Cassini. I dati di gravità indicano che al di sotto della crosta ghiacciata esterna è presente un oceano sottosuperficiale. Tale ricerca permetterà di determinare la struttura della crosta ghiacciata esterna e, tramite lo studio della sua deformazione mareale, di stimare la densità dell’oceano sottosuperficiale. I risultati della ricerca permetteranno di capire meglio non solo la struttura interna di Titano ma anche la sua storia evolutiva”.
Fonte: Media INAF | Scritto da Francesco Rea