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Due scienziati scozzesi:”Sonde aliene nella nostra galassia”

Creato il 19 luglio 2013 da Extremamente @extremamentex

Voyager e Pioneer non sono sole. Nello spazio interstellare potrebbero viaggiare molte altre sonde, migliaia se non milioni, inviate da intelligenze di lontanissimi mondi. Anzi, sarebbe questo il modo migliore per esplorare il cosmo e per studiare il vicinato, alla ricerca di forme di vita. Una simulazione al computer di due ricercatori dell’Università di Edimburgo mostra che la potenziale flotta aliena potrebbe aver attraversato la Via Lattea prima ancora della comparsa dell’Homo Sapiens.

Due scienziati scozzesi:”Sonde aliene nella nostra galassia”

UNA DELLE SONDE PIONEER, LANCIATE DALL'UOMO

Le nostre sonde hanno finora percorso una distanza impercettibile – sul piano cosmico, ovviamente: la Voyager 1, che pure è l’oggetto umano giunto più lontano dalla Terra, in 36 anni non è neppure arrivata ad 1 giorno-luce da noi. Invece, quelle ipotizzate da Arwen Nicholson e Duncan Forgan avrebbero  esplorato l’intera galassia negli ultimi 10 milioni di anni grazie alla loro velocità, ancora inarrivabile per la nostra tecnologia, pari ad un decimo di quella della luce anche sfruttando- a mo’ di fionda- i campi gravitazionali delle stelle sulla loro strada.

Le sonde aliene sarebbero potenzialmente eterne, grazie alla loro capacità di autoreplicarsi. Un’idea, questa, avanzata per la prima volta negli anni ’60 da Ronald Bracewell sulla base di quanto ipotizzato, nel secolo scorso,  dal matematico John Von Neumann che già prospettava la possibilità di costruire robot in grado poi di clonarsi.

“Con il nostro studio, calcolando le potenzialità di queste sonde in base al numero delle stelle, abbiamo stabilito che la flotta autoreplicante potrebbe aver esplorato la galassia in un tempo sufficientemente breve da giustificare il Paradosso di Fermi“, hanno scritto i due scienziati nel loro articolo.

Se non abbiamo, finora, mai trovato prove di vita aliena nello spazio nè della presenza di eventuali civiltà extraterrestri, tutto ciò dipende dal fatto che i visitatori di altri mondi sono giunti qui da noi quando noi ancora non esistevamo- quindi in ere geologiche lontanissime oppure agli albori della specie umana. Le sonde potrebbero persino essere arrivate più e più volte sul nostro pianeta, aggiungono i ricercatori,  ma quasi di nascosto, celando le tracce dei loro passaggi fino a quando non hanno completato la loro analisi.

Due scienziati scozzesi:”Sonde aliene nella nostra galassia”

SONDE ALIENE PERLUSTRANO LA GALASSIA?

Questa ipotetica, evoluta civiltà avrebbe inviato un manipolo di sonde in giro per la galassia, programmandole in modo da scegliere in modo autonomo la meta del loro viaggio attraverso elaborati algoritmi. Una volta raggiunto il nuovo sistema stellare e raccolti gli indizi relativi alle forme viventi, ogni sonda si duplicherebbe. L’originale e la copia partirebbero poi per diverse destinazioni: il procedimento di perlustrazione e di clonazione si ripeterebbe all’infinito, con una progressione geometrica.

Ma cosa accadrebbe se il medesimo progetto fosse promosso da varie civiltà extraterrestri contemporaneamente?  Le diverse sonde entrerebbero in competizione, in una sorta di caccia dove una sonda è preda e l’altra predatore? Lo studio contempla anche questa possibilità e la esclude, perchè si allungherebbero i tempi di viaggio e si ridurrebbero le visite sui pianeti più interessanti. Nella simulazione, la sonde aliene viaggiano sempre alla massima velocità consentita e si espandono progressivamente nella Via Lattea, senza distrazioni.

Altro problema: come farebbero le sonde, disperse ai quattro angoli dell’Universo, a rimanere in contatto tra di loro? Procedere ad una velocità prossima alla luce rende difficili le comunicazioni. Ma in questa tecnologia avveniristica sarebbe possibile riprodurre- su vasta scala- quello che già accade nell’infinitamente piccolo, ovvero la correlazione quantistica che fa assumere lo stesso identico comportamento a due particelle separate- il cosiddetto “entanglement“. Ogni sonda saprebbe dunque esattamente cosa sta facendo la sua copia e dove è diretta.


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