Nato a Lione nel 1895, Gabriel Chevallier ha studiato in diverse scuole prima di entrare all’Ecole des Beaux-Arts di Lione nel 1911. Arruolato all’inizio della prima guerra mondiale e ferito un anno più tardi,tornò al fronte, dove prestò servizio come soldato di fanteria fino alla fine della guerra. È stato insignito della Croix de Guerre e Chevalier de la Légion d’Honneur, ma la terribile esperienza (il titolo dice tutto) lo condusse a pubblicare nel 1930 LA PAURA, un libro che svela l’orrore costante che vive il soldato in attesa della morte, dopo i trionfalismi vissuti al momento dell
Il libro fu aspramente criticato, e nel 1939 fu ritirato dal commercio per “disfattismo”. Venne ripubblicato alcune volte in Francia successivamente, ora è Adelphi a proporlo con merito al pubblico italiano. Contiene davvero il sentimento di fine imminente, di terrore e sgomento che la battaglia instilla nel soldato. Il linguaggio immediato, diretto e incisivo, colpisce immediatamente il lettore, fin dalle prime pagine in cui l’opinione pubblica, aiutata dai giornali e dai politici, saluta festante l’entrata in guerra, non tollerando opinioni diverse di chi intuisce l’orrore a cui si andrà incontro.
Gabriel Chevallier, La paura, Adelphi
«Quando eravamo al fronte, ci insegnavano che la guerra è moralizzatrice, purificatrice e redentrice. Si sono visti, poi, i risultati di questa tiritera: trafficanti, maneggioni, mercato nero, delazioni, tradimenti, fucilazioni, torture; e carestia, tubercolosi, tifo, terrore, crudeltà». Così, amaramente, chiosa l’autore, presentando una nuova edizione del libro a più di trent’anni di distanza dalla sua uscita e dopo una lunga assenza dalle librerie – assenza che durava dal 1939, allorquando, alla vigilia di un’altra guerra, era stato prudentemente ritirato perché reo dell’inammissibile, scandalosa insolenza che consisteva nel dare voce alla paura, in tutte le sue forme, senza nulla nascondere. Scritto a caldo, La paura racconta infatti la guerra come l’ha vissuta lo stesso Chevallier: dal grottesco «carnevale» dell’arruolamento all’impatto con i campi di battaglia, dal lungo ricovero in ospedale al ritorno al fronte, fino al «silenzio da funerale» che sembra avvolgere la terra intera dopo il «Cessate il fuoco!». In una narrazione che unisce la verità impietosa della testimonianza alla forza affabulatrice del romanzo, l’autore ci fa seguire il suo giovane alter ego sotto le bombe, in mezzo al tanfo e ai pidocchi degli alloggiamenti, nei «labirinti silenziosi e desolanti» delle trincee – sicché attraverso i suoi occhi vediamo le piccole vigliaccherie, gli eroismi, la vanità grottesca e ottusa degli ufficiali, la disperazione di chi arriva al punto di automutilarsi. E tutto questo servendosi di una scrittura che riesce a condensare, in una purezza quasi poetica, l’orrore, il sangue, le luci «irreali e abbaglianti delle esplosioni», e insieme l’asprezza delle riflessioni del narratore, la vivacità autenticamente plebea delle conversazioni, la caustica ironia – quella con cui vengono descritti i meccanismi perversi che regolano i rapporti tra chi comanda e chi può solo obbedire.
_______________________________________________________
un gran bel libro per ragazzi pubblicato da Carthusia Edizioni (all’interno della collana “Sguardi curiosi”) in collaborazione con Emergency, nato come evoluzione dell’omonimo spettacolo teatrale prodotto dall’associazione umanitaria, portato in scena dall’attore Mario Spallino.
Mario si è arruolato perchè pensava che fare il soldato fosse un buon lavoro.
” .. ho fatto la guerra. Necessaria? Giusta? Umanitaria? …non sono uno stratega, né un politico, ma ho visto che la guerra uccide. E che si può evitare” Insieme alla vicenda di Mario, scorre in parallelo anche un percorso attraverso la storia delle guerre , dalla Prima Guerra mondiale ai conflitti dell’oggi. Accompagnano il testo quattro grandi poster illustrati da Paolo Rui, a spiegare l”evoluzione” della natura delle guerre, per inquadrare nel modo migliore il triste fenomeno.
STUPIDORISIKO -UNA GEOGRAFIA DI GUERRA, PASQUI PATRIZIA – RUI PAOLO, CARTHUSIA
“Mi chiamo Mario, anzi SuperSoldatoMario. Mi sono arruolato perché pensavo che fare il soldato fosse un buon lavoro per costruirmi un futuro solido, per avere un’indipendenza economica, per girare il mondo, per difendere la Patria! Sono diventato un soldato e ho fatto la guerra. Necessaria? Giusta? Umanitaria? Io sono solo un soldato, non sono uno stratega, né un politico, ma ho visto che la guerra uccide. E che si può evitare”. Età di lettura: da 9 anni.
e dopo questi due testi, non resta che ascoltarci LA GUERRA DI PIERO:
http://www.youtube.com/watch?v=V4dvw_tSsVQ