Il libro di cui vi parlo oggi appartiene proprio a una di queste mode, seppur di una qualità letteraria direi maggiore. Mi riferisco a quella nata con Khaled Hosseini e il suo Il cacciatore di aquiloni. Un bel libro, che mi era anche piaciuto, e che ha portato visibilità a tutto un filone letterario di opere contemporanee ambientate nei paesi del medio oriente, fino ad allora non molto presenti sugli scaffali delle librerie (o se lo erano, si notavano molto, molto meno).Un successo quello di Hosseini definitivamente consacrato con l'opera successiva, Mille splendidi soli (per me ancor più bello del primo), e, l'anno scorso, con E l'eco rispose. Tutti editi dalla casa editrice Piemme, proprio come il 90% degli altri romanzi venuti dopo, ascrivibili in qualche modo a questo filone.
E proprio questa casa editrice, nel 2013, ha pubblicato anche MILLE FARFALLE NEL SOLE di Kamin Mohammadi:
Il romanzo, tradotto da S. Puggiani, è la storia di un ritorno in patria, quello affrontato da Kamin, una bambina iraniana costretta a lasciare il suo paese per fuggire da un regime totalitario insieme alla famiglia, che, dopo anni in Inghilterra, torna a casa.
Ho avuto l'impressione che con questo titolo fosse successo qualcosa di strano fin dalla prima volta che l'ho visto in libreria. Era accanto al già citato Mille splendidi soli di Hosseini ed era impossibile, per me estremamente pignola e sospettosa, non notare una certa assonanza, un rimando, che si vede anche nella copertina:
Montagne sullo sfondo, una persona o più persone che camminano, tendenza all'uso di colori d'impatto, due parole praticamente uguali nel titolo.
Ovviamente ho aperto il libro e cercato il titolo originale, concedendo alla casa editrice il beneficio del dubbio. Che è durato solo qualche secondo.
Il romanzo è infatti uscito nel 2011 in lingua originale con un titolo (e una copertina) completamente diverso, ovvero THE CYPRESS TREE:
Tradotto letteralmente significa "il cipresso". Cercando sul sito web dell'autrice fin dalla prima riga viene spiegato a cosa fa riferimento: "We Iranians are like the cypress tree. We may bend and bend on the wind but we will never break." ... Noi iraniani siamo come i cipressi. Possiamo piegarci e ripiegarci nel vento, ma non ci romperemo mai.
Come questi cipressi abbiano fatto a diventare mille farfalle nel passaggio da una lingua all'altra è davvero difficile da spiegare. Sicuramente l'influenza di altre opere di successo dello stesso filone è più che evidente. Peccato che, ancora una volta, secondo me più che un vantaggio questa somiglianza va a sfavore dell'originale.