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Due titoli, un solo libro: ma perché? #82

Creato il 04 giugno 2014 da Lalettricerampante
Come vi ho già raccontato nel post di resoconto, durante il Salone del libro di Torino sono andata a sentire la conferenza sulla traduzione dei classici. E' un argomento che mi ha sempre incuriosita molto, perché una delle mie maggiori difficoltà nei confronti dei classici sta proprio nella difficoltà di lettura in italiano. Spesso infatti si tratta di traduzioni vecchie di parecchi anni, ricche di errori (comprensibilissimi, visto il periodo in cui sono state fatte, senza internet e senza tutte le fonti di informazione che ci sono ora) e scritte in un linguaggio parecchio antiquato. A volte editori illuminati decidono di ritradurre queste opere, di svecchiarle un po', rispettandone ovviamente contenuto, senso ed epoca di scrittura.
Durante l'incontro ho scoperto il cambiamento di titolo che sarà oggetto della rubrica di oggi. Si tratta del romanzo di Thomas Mann, DER ZAUBERBERG, romanzo tedesco uscito nel 1924 e tradotto in italiano per la prima volta nel 1932, da Bice Giachetti-Sorteni, con il titolo LA MONTAGNA INCANTATA
Due titoli, un solo libro: ma perché? #82Due titoli, un solo libro: ma perché? #82
Nel corso degli anni il romanzo è stato poi ripubblicato diverse volte, da diverse case editrici: la Dall'Oglio editore nel 1945, da Mondadori nel 1965 con la nuova traduzione di Ervino Pocar, da Corbaccio e da Tea.
Per arrivare a una nuova traduzione del romanzo di Mann dal 1965 bisogna arrivare fino al 2010, quando Mondadori decide di pubblicare il libro nella collana I Meridiani. La traduzione viene affidata a Renata Colorni che, tra le altre cose, decide di cambiarne il titolo. Il romanzo non viene pubblicato come La montagna incantata ma come LA MONTAGNA MAGICA
Due titoli, un solo libro: ma perché? #82
Sebbene si tratti di una scelta decisamente coraggiosa, quella di cambiare dopo anni e anni il titolo di un'opera già diffusasi e consolidatasi nel tempo, la scelta compiuta da Renata Colorni è in realtà legata alla fedeltà rispetto all'originale. Der Zauberberg, infatti, letteralmente significa "La magia della montagna" o, appunto, "La montagna magica".  Stando a qualche ricerca, pare che già il precedente traduttore, Ervino Pocar abbia fatto notare la discrepanza del titolo italiano, non solo rispetto all'originale ma anche alle traduzioni nelle altre lingue (La montaña mágica in spagnolo, The Magic Mountain in inglese, La Montagne magique in francese). La risposta era però stata che ormai il titolo era consolidato e cambiarlo sarebbe stato un azzardo (qui l'articolo in cui se ne parla).
Renata Colorni ha avuto quindi un certo coraggio, sicuramente. Ma ha anche ripristinato il vero senso del romanzo, togliendo forse un po' di fascino al titolo (la parola "incantata" mi piace di più della parola "magica"), ma rispettando quello che Mann voleva effettivamente dire. Come evidenzia Piero Citati in un articolo apparso su Repubblica, proprio in occasione dell'uscita della nuova traduzione:
Con ogni probabilità, Thomas Mann derivò il titolo del suo romanzo La montagna magica, pubblicato nel 1924 (Meridiani Mondadori, a cura di Luca Crescenzi, traduzione di Renata Colorni, con un saggio di Michael Neumann, pagine CLXXVIII-1422, euro 55), da una frase di Nietzsche: "Ora si apre a noi il monte magico dell'Olimpo e ci mostra le sue radici". Per Nietzsche, il monte magico dell'Olimpo era il mondo di Apollo: il mondo della violenza, della dismisura, della colpa, della tenebra, miracolosamente capovolti in legge, armonia, misura, equilibrio, quiete, purezza, profezia. Non so se Mann lo amasse: forse riteneva che non era quello moderno, anzi modernissimo, dove scriveva il suo ardimentoso romanzo sinfonico.

Vera o no che sia questa origine, il nuovo titolo è comunque una traduzione letterale dell'originale e quindi, per quanto coraggiosa, è anche la scelta migliore.  

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