Anche per Federica Digiorgio la figura del mentore è all’interno della famiglia. L’adolescenza ci porta a cercare dei modelli da seguire ed è una fortuna quando te li trovi accanto. Federica ci racconta la sua storia per l’iniziativa “Cambia la vita di un bambino” di Mentoring Usa Italia Onlus
A volte si ha la fortuna di poter descrivere come dei veri e propri fari persone vicine e intime. Nel mio caso, un paio di uomini hanno assunto nella mia formazione un ruolo di indiscusso valore. Con due modelli: da un lato per il valore della professionalità, dall’altro per le esperienze da considerare dei veri e propri bigini di saggezza vitale. Un nonno e uno zio, appartenenti allo stesso ramo familiare e quindi padre e figlio.
Nell’adolescenza cercavo e ho trovato modelli da seguire, così come altri da contrastare; il tutto in seno alla mia famiglia. Un periodo delicato, fatto di partenze che mi allontanassero da schemi preconfezionati e in cui sapevo che certi discorsi avrebbero solcato la mia identità con tracce molto profonde. In loro ho trovato una mano tesa, un racconto che potesse nutrire di realtà i miei sogni senza confini.
Quando hai la fortuna di poterti confrontare con un cavaliere del lavoro, scopri che non è solo nell’onorificenza che si racchiude il valore di una vita professionale alta e profonda. Mio nonno, con le sue parole e i suoi gesti, mi ha insegnato il rispetto e il senso della collaborazione. Anche se appartenente ad un mondo ormai lontano dal nostro presente, l’eleganza dei suoi pensieri e la voglia di esprimere un significato alto del mondo professionale, ancora oggi mi accompagnano. E suo figlio, mio zio, figlio del dopoguerra, ha colto nel segno facendomi assaporare gli anni ’80 che ho vissuto semplicemente perché c’ero nata. Nelle canzoni dei cantautori, nella nicchia di letture selettive, nei concerti rock in cui essere accompagnati da un adulto è un piacere e non una condanna.
E quindi chi è un mentore? Un educatore che ti permette di coltivare i tuoi sogni e di nutrirli con una visione appartenente ad un orizzonte di esperienze già elaborate. E’ qualcuno che sa di tenderti una mano e che, in qualche modo, punta su di te. In quella magnifica fase della vita nutrita di qualche gemma di pazzia.
Non è solo con la parola che mi hanno trasmesso i loro valori, ma soprattutto con la dimostrazione che correre il rischio di vivere vuol dire prendersi cura di un altro essere umano. Che fossero i miei mentori l’ho capito forse solo adesso; se fossero qui, potrei ricambiare l’enorme dono almeno facendo leggere loro queste parole.