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Due veli

Da Giustina


Due veli
La carta igienica ha almeno due veli. Almeno due veli servono. Per forza che servono. La carta igienica ha i fogli con gli strappi tratteggiati. Per velocizzare la faccenda. Per strappi precisi. La carta igienica è meglio dello scotch. Sullo scotch l’unghia deve cercare l’inizio ogni volta. Come se fosse la prima volta. E se non lo trova deve fare un altro giro. E poi un altro ancora. E quando lo trova, deve stare attenta a sollevare tutto il nastro adesivo. O il rotolino di scotch è rovinato. Se lo scotch non ha il portanastro coi dentini, devi spezzare lo scotch coi tuoi, di dentini. È difficile dare un taglio preciso coi denti. E poi ti rimane sempre un frammento di plastica in bocca. Da sputare. Lo scotch è complicato da usare. Col tempo ingiallisce. E si stacca. La carta igenica no. La carta igienica è progettata per essere perfetta. Con gli strappi tratteggiati. Con almeno due veli. C’ha la morbistenza. Ci si può scrivere sopra la Divina Commedia. I cuccioli di Labrador ci vanno matti. Corre lungo le autostrade. E non finisce mai. Strappo dopo strappo giù per il cesso.Perfetta insomma. Ma qualche rotolo non lo è. Su qualche rotolo gli strappi dei due veli non coincidono. Uno precede l’altro. Come per farti un dispetto. Odiandosi, i due veli mandano all’aria la perfezione, gli strappi precisi, la morbistenza, la Divina Commedia, le strade infinite e i cuccioli di Labrador. E non puoi nemmeno portarla indietro. Mica puoi. Puoi srotolare tutto il rotolo. Ma non recupererai la perfezione. Non in quel rotolo. Non se i due veli non coincidono. Altro che specchio rotto, sale per terra o gatto nero che ti attraversa la strada. Sono questi i nuovi segnali dell’Apocalisse.


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