Ma bando ai consigli della nonna, cosa si può dire di Amsterdam? Che è una città a misura d’uomo, che non ti prende tutte le forze come può fare una metropoli; che è una città ecofriendly, ed è per questo che te la vuoi godere camminando nei vicoli e sui ponti dei canali, perché lo smog (praticamente) non lo senti. Che le bici hanno la precedenza su tutto, e il fatto che in una città il biking sia ancora valorizzato ti rincuora perché significa che un sistema del genere è ancora possibile. Che il coffeeshop tourism c’è e non si può dire il contrario, ma sarà sempre meglio un coffee che l’impianto di spaccio nelle stazioni della città. Che anche le prostitute ci sono, ma anche qui credo sia sempre meglio regolarizzarle che rinchiuderle in finti centri massaggi dove vengono sfruttate come schiave.
Di Amsterdam si può anche dire che non si mangia male, perché in fin dei conti ci sono molti ristoranti etnici (va molto l’indonesiano, anche perché era un ex colonia olandese); posso dire che i formaggi sono ottimi, ma pur sempre diversi da quelli italiani o francesi. Posso dire che le persone non temono la pioggia e quindi escono comunque, spavaldi, anche se fuori sembra si stia abbattendo l’apocalisse.
Posso dire che Amsterdam è meritevole come città e che, alla fine, non sono d’accordo con chi la chiama “La Venezia del Nord”. Perché fortunatamente ogni città ha la sua storia, la sua struttura, la sua essenza: se da una parte a Venezia si respira ancora un po’ di quella decadenza Settecentesca, ad Amsterdam ho avvertito un mix ben amalgamato di storia-tradizione-progresso. La storia che impernia le mura dei palazzi, la tradizione dei mercati rionali e il progresso di una città che guarda al futuro: forse anche questo è da dire di Amsterdam.Bloemmarkt-Mercato dei fiori
Notare i picchetti su tutti i frontoni dei palazzi: se non era per l’amiga architetto non mi sarei mai accorta che ‘sti olandesi traslocano dalla finestra usando la carrucola, chè loro c’hanno le scale strette e ripide, un po’ come nella casa di Sergio Endrigo, che era sì tanto carina (senza tetto e nemmeno cucina) ma pure troppo piccina.
Vondelpark
Quest’ultima foto è stata scattata a Vondelpark, polmone verde della città che merita di essere vissuto magari con un picnic.Musei da visitare assolutamente: Van Gogh Museum (di cui mi ha deluso un po’ l’allestimento), lo Stedeljik Museum dove c’era una di quelle esposizioni di arte contemporanea che come i migliori stronzi abbiamo commentato con un “Ma posso farlo anch’io” (e poi però non lo abbiamo fatto…) e la casa della ragazza cui diario ha fatto il giro del mondo – Anna Frank.Per lo shopping e magari una birra all’aperto consiglio vivamente l’Albert Cuypmarkt e il mercatino delle pulci di Waterlooplein. Il quartiere Joordan, a ovest della città, è costellato di locali districati sui canali, dove le persone si siedono volentieri a riva per sorseggiare una birra e mangiare del cinese in scatola appena spadellato dal Wok to Walk. Lo stesso vale per il quartiere De Pijp, nella cintura meridionale del centro.Infine consiglio una piccola capatina al Begjinhof garden, un giardino segreto che si nasconde dietro quella che potrebbe sembrare una normalissima porta di casa.