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Due viaggi: cosa dire di Amsterdam

Creato il 22 settembre 2014 da Nonchiamatemiborgia @nonsonoBorgia
Come si fa a spiegare una città come Amsterdam? È una capitale-non capitale, innanzitutto: sebbene gli olandesi abbiano proclamato la città con i canali come loro centro principale, Amsterdam non ha quella frenesia, quell’assurdo, quella cosa in più che ho riscontrato nelle altre capitali europee. Questo di certo non la penalizza né la rende migliore, semmai diversa.Come vi ho già anticipato, alla fine della fiera ad agosto mi sono fiondata nella città degli zoccoli di legno e delle zoccole in vetrina. In fin dei conti ho pensato che il meteo, qui in Italia, non dava grandi speranze di tintarella e lunghe giornate oziose al mare, per cui si è deciso di prepararci già all’autunno. Badate bene, il 20 agosto si stava benissimo col cappottino autunnale, quindi consiglio vivamente a coloro che vogliono andar a comprare bulbi nella terra dei mulini di partire muniti di vesti calde (c’erano ragazze, ovviamente made in Italy, col giubottino di jeans che hanno rischiato l’ipotermia).
Due viaggi: cosa dire di Amsterdam

Ma bando ai consigli della nonna, cosa si può dire di Amsterdam? Che è una città a misura d’uomo, che non ti prende tutte le forze come può fare una metropoli; che è una città ecofriendly, ed è per questo che te la vuoi godere camminando nei vicoli e sui ponti dei canali, perché lo smog (praticamente) non lo senti. Che le bici hanno la precedenza su tutto, e il fatto che in una città il biking sia ancora valorizzato ti rincuora perché significa che un sistema del genere è ancora possibile. Che il coffeeshop tourism c’è e non si può dire il contrario, ma sarà sempre meglio un coffee che l’impianto di spaccio nelle stazioni della città. Che anche le prostitute ci sono, ma anche qui credo sia sempre meglio regolarizzarle che rinchiuderle in finti centri massaggi dove vengono sfruttate come schiave.

Due viaggi: cosa dire di AmsterdamDue viaggi: cosa dire di Amsterdam

Di Amsterdam si può anche dire che non si mangia male, perché in fin dei conti ci sono molti ristoranti etnici (va molto l’indonesiano, anche perché era un ex colonia olandese); posso dire che i formaggi sono ottimi, ma pur sempre diversi da quelli italiani o francesi. Posso dire che le persone non temono la pioggia e quindi escono comunque, spavaldi, anche se fuori sembra si stia abbattendo l’apocalisse.

Posso dire che Amsterdam è meritevole come città e che, alla fine, non sono d’accordo con chi la chiama “La Venezia del Nord”. Perché fortunatamente ogni città ha la sua storia, la sua struttura, la sua essenza: se da una parte a Venezia si respira ancora un po’ di quella decadenza Settecentesca, ad Amsterdam ho avvertito un mix ben amalgamato di storia-tradizione-progresso. La storia che impernia le mura dei palazzi, la tradizione dei mercati rionali e il progresso di una città che guarda al futuro: forse anche questo è da dire di Amsterdam.

Due viaggi: cosa dire di Amsterdam

Bloemmarkt-Mercato dei fiori


Due viaggi: cosa dire di Amsterdam

Notare i picchetti su tutti i frontoni dei palazzi: se non era per l’amiga architetto non mi sarei mai accorta che ‘sti olandesi traslocano dalla finestra usando la carrucola, chè loro c’hanno le scale strette e ripide, un po’ come nella casa di Sergio Endrigo, che era sì tanto carina (senza tetto e nemmeno cucina) ma pure troppo piccina.

Due viaggi: cosa dire di Amsterdam

Vondelpark

Quest’ultima foto è stata scattata a Vondelpark, polmone verde della città che merita di essere vissuto magari con un picnic.Musei da visitare assolutamente: Van Gogh Museum (di cui mi ha deluso un po’ l’allestimento), lo Stedeljik Museum dove c’era una di quelle esposizioni di arte contemporanea che come i migliori stronzi abbiamo commentato con un “Ma posso farlo anch’io” (e poi però non lo abbiamo fatto…) e la casa della ragazza cui diario ha fatto il giro del mondo – Anna Frank.
Per lo shopping e magari una birra all’aperto consiglio vivamente l’Albert Cuypmarkt e il mercatino delle pulci di Waterlooplein. Il quartiere Joordan, a ovest della città, è costellato di locali districati sui canali, dove le persone si siedono volentieri a riva per sorseggiare una birra e mangiare del cinese in scatola appena spadellato dal Wok to Walk. Lo stesso vale per il quartiere De Pijp, nella cintura meridionale del centro.Infine consiglio una piccola capatina al Begjinhof garden, un giardino segreto che si nasconde dietro quella che potrebbe sembrare una normalissima porta di casa.

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