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Dumbo Gets Mad – Elephants at the Door

Creato il 22 maggio 2011 da Bibbovintage
Dumbo Gets Mad – Elephants at the DoorOrmai è un dato di fatto: suonare vintage va di moda. E se nel farlo emigri dalla bella Italia fino alla sognatissima West Coast è ancora meglio. È proprio ciò che ha fatto un certo Dumbo Gets Mad, insieme alla sua adorata.Ma chi è Dumbo Gets Mad? Dalle poche dichiarazioni rilasciate si capisce ben  poco, ma l’importante è andare sul sito della sua etichetta Bad Panda Records, scaricare l’album al costo di un tweet e perdersi (visto che siamo nella terra dei surfisti) in queste ondate di psych-rock decisamente sixties e dai movimenti pseudo-funk, affievolite da un’elettronica casalinga molto spesso in vena di giochetti hypnagogici à la Toro Y Moi e dalle mille sfaccettature e colorazioni. Ma gli elementi, come vedremo, sono tanti.“Elephants at the Door” si chiama il suo debutto, e parte, escludendo il piacevole giramento di testa dell’intro Limbo’s Village, con Plumy Tale: un assurdo e iper-acido mix “ovviamente” lo-fi di chitarre distorte, synth stonati, voci e cori effettati, sparabolle e tanta freschezza nell’aria. Nemmeno il tempo di tirare il fiato ed ecco l’aria strafatta e simil-lounge di Marmelade Kids, seguita dall’ancora più psichedelica ma questa volta placida dose di Sleeping Over: un miscuglio di echi, effetti, sax rincoglioniti e una coda strumentale in piena eleganza francese che in un certo senso ricorda addirittura alcuni Air. Ma nelle corde del Nostro c’è pure spazio, grazie a pregevoli esperimenti pop, per cantare soddisfatti: si ascolti a tal punto la riuscitissima Eclectic Prawn. Rimane impresso in testa anche il perenne comportarsi esplicitamente kitsch, a proposito, la scanzonata Self-esteem non ricorda il carissimo Ariel Pink, magari ancora più fuor di testa? Unico esempio a suo modo composto (si fa per dire) è la finale You Make You Feel, comunque ricca di tribalismi e ambigui rimandi d’ogni tipo.Dopo quest’ennesimo ascolto, devo dire che siamo di fronte a qualcosa di estremamente affascinante e sorprendente, di nuovo e di geniale, quantomeno per chi ama il genere proposto. Certo, forse questa è musica esclusivamente per “predisposti”, ma cosa gliene può fregare ad uno che sceglie il moniker grazie alla scena animata in cui il famoso elefantino Dumbo vive la sua prima esperienza allucinogena?Ah, tengo a precisare che è disponibile anche la versione in vinile.Davide Ingrosso per Mag-Musicarticolo originale qui

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