Magazine Cinema

Dune

Da Lupokatttivo

Il pianeta deserto

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Finalmente, il blu ray. L’ho trovato in edizione tedesca, con audio italiano. E me lo sono riguardato subito. Perche’ lo avevo visto da piccolino al cinema. Poi in vhs. E dopo in dvd. Perche’ e’ storia. E’ un classico. Ma non vuole piacere a tutti. Non per forza. Per scelta forse. Di quelli che hanno voglia di farsi raccontare una favola nera.
“Tutto questo e’ possibile perche lui e’ il Kwisatz Haderach”. E a me prende sempre un brividino.
Cupo. Malato. Mistico. Ermetico.
E anche decisamente incasinato. Che tra Arkonnen, Atreides, Fremen, moduli estranianti e tute distillanti sfido chiunque non abbia letto il libro a capirci qualcosa alla prima visione.
La regia di Lynch sicuramente non aiuta.
Difficile d’altronde condensare un mondo intero, anzi una galassia, in sole due ore e dieci. Che ci sarebbe tanto da raccontare e ancor di piu da spiegare. Soprattutto da spiegare.
Ma a Lynch basta mostrare.
E far godere noi fanatici di una poesia steampunk di immagini psicotiche e mondi alieni, cattivi cattivissimi ed eroi mistici, messianici, divinizzati.
Sfido io a far di meglio, ad inventarsi astronavi piu’ affascinanti, mondi ancora piu cupi, o personaggi piu’ carismatici. Il barone Vladimir Arkonnen su tutti, ed una scena, quella in cui strappa la cardiovalvola all’inserviente, che rimane fissa nella memoria. Come rimane il navigatore della Gilda spaziale, la prima volta che lo vedi, nel suo vascone nero. E rimangono i vermi, il suono del martellatore, gli occhi blu dei Fremen. E le mietitrici, nella sabbia del pianeta deserto.
Che alla fine piove anche… su “Arrakis”. Che per alcuni non significa niente. Ma per noi e’ Dune.



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