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La Spezia allunga il corso della vita; la Spezia aumenta la conoscenza; la Spezia è essenziale per annullare lo spazio. La Spezia esiste su un solo pianeta nell’intero universo conosciuto. Questo pianeta, arido e desolato, pieno di vasti deserti popolati di enormi vermi, è Arrakis, conosciuto come DUNE. Siamo nell’anno 10191, in un universo governato da un imperatore che in realtà è servo della “Gilda Spaziale”, un universo in cui le due casate più potenti combattono tra loro su vari fronti, fra cui la lotta per il controllo della Spezia. Una lotta che richiama alla mente la vecchia guerra fredda tra gli Stati Uniti (nazione equiparabile alla “buona” casata Atreides) e l’Unione Sovietica (a cui resta il ruolo della “cattiva” casata Harkonnen) per la supremazia commerciale e politica che, ancora negli anni 80, era il tema predominante nei notiziari internazionali. Che dire poi dell’ambientazione desertica (che richiama decisamente il Medio Oriente), dove si trova la Spezia (anche traducibile come “Petrolio”) e le cui popolazioni locali aspettano “l’Eletto” che li guiderà nella loro “Guerra Santa”, nota a tutti col nome di “Jihad”? La percezione, del tutto personale, che ne ottengoè una volontà di rappresentare la visione del mondo di allora proiettandola (saggiamente) in un “ipotetico futuro”, camuffando in modo volontariamente goffo i ruoli delle varie superpotenze coinvolte.
Osservazioni personali a parte, comunque, questa è la partenza del capolavoro fantascientifico firmato da David Lynch: musiche composte ed eseguite dai Toto, tema principale scritto da Brian Eno, creature realizzate da Carlo Rambaldi (sì, proprio il padre di ET!), e soprattutto basato sull’omonimo e famosissimo libro di Frank Herbert, un caposaldo della fantascienza. In molti si sono cimentati sulla trasposizione cinematografica di questo libro, da sempre considerato impossibile da tradurre in un film, ma ad oggi nessuno è mai riuscito ad ottenere un risultato di così alto livello. Il perché di questa “impossibilità” è legato alle forti componenti introspettive, filosofiche, biologiche, sociali, religiose e politiche contenute nel libro, troppo pesanti da riportare nel video e che hanno costretto il regista (purtroppo) ad un elevato numero di “compromessi e sottintendimenti”, rendendo alcuni punti del film apparentemente trascurati, se non addirittura incomprensibili. C’è ovviamente da fare i conti anche con l’età del film: è uscito nel 1984 (trent’anni fa), quando gli effetti speciali per i film fantastici (peraltro costosissimi) non erano all’altezza del ruolo a cui erano chiamati. Molte realizzazioni riviste oggi, quando non sfiorano il ridicolo, fanno comunque sorridere. Se però si fa lo sforzo di ripensare agli altri film dello stesso genere e che uscivano in quello stesso periodo (come Il Pianeta delle Scimmie; ET; Tron; Videodrome; Ai Confini della Realtà; Il Ritorno dello Jedi; La Storia Infinita; Star Treck; Gremlins; Starman...) allora si può comprendere bene la grande qualità che Lynch è riuscito ad ottenere, costatagli un enorme sforzo oltre ad elevati investimenti economici… investimenti così grossi da non essere nemmeno coperti dagli incassi di botteghino negli USA. Solo dopo che la pellicola fu proiettata in Europa (dove il pubblico dimostrò un interesse molto maggiore) gli incassi portarono finalmente un guadagno ragionevole.
Torniamo però alla Spezia, l’elemento della discordia, causa dell’avidità di tutte le casate dell’universo: una delle caratteristiche che la contraddistingue è l’odore e sapore di “cinnamomo”, come gli antichi greci e latini chiamavano comunemente la oggi notissima “cannella”. È un’aroma che onestamente gradisco molto, ma il pensiero che mi ha sempre confuso (e ancora mi confonde) è se esiste o no un qualche altro suo valore, dissociato dal fatto di essere semplicemente una spezia. Di fatto questa spezia è molto usata nei piatti arabi, cosa abbastanza ragionevole data la provenienza indiana, ma è anche molto presente e ricercata negli Stati Uniti. In commercio, infatti, si trovano vari prodotti originali americani nei quali questa sostanza viene utilizzata per donargli il proprio carattere (per capirsi, anche nel dentifricio!); ciononostante, dal punto di vista culturale americano, pare poter cogliere che quell’odore/sapore sia sempre e comunque da associare alla cultura araba. Questa idea mi venne in mente la prima volta che ho sentito una canzone di Prince, forse non poi così famosa in Italia, dal titolo Cinnamon Girl ... e, rivedendolo con quegli occhi, anche questo stesso film sembrerebbe confermare il concetto (ref. osservazioni personali).
Va bene, basta. Terminato lo sfogo. Adesso, per farmi perdonare, vi offro questo bel filmato di un dolce ormai divenuto un classico americano (lasciamo perdere le origini primordiali) e che per l’appunto ha come elemento caratterizzante proprio la cannella: i favolosi Cinnamon Rolls!
Enjoy
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