Può capitare, di questi tempi, anche di sentir dire che la cifra della bontà del sistema capitalistico deriverebbe dal fatto che a casa del professor Alesina, quand'era ragazzino, c'era il "duplex", mentre oggi, invece, lui può arrivare ad avere fino a quattro telefoni, o telefonini che siano. Come dire che questo modo di produzione, oramai arrivato al capolinea, meriterebbe di continuare a sopravvivere, e ad affamarci, solo per il fatto che, grazie ad esso, il professore Alesina può chiamare casa, da Harvard, senza trovare occupato.
Fortuna ha voluto, invece, che a casa di Robert Kurz, evidentemente, il duplex non c'era!
Gremliza: Cosa accadrà nel momento in cui avverrà il peggio del peggio, lo scenario che ciascuno di noi sta elaborando: il collasso del sistema finanziario? Niente più pane, il blackout energetico, si fermerà la metropolitana? O avverrà quella bancarotta dalla quale - diceva August Bebel - si vedrà sorgere la rivoluzione? La fine del capitalismo?
Vogl: Né l'uno né l'altro. La produzione non cesserà, ed il capitalismo non crollerà in questo modo. Per diverse ragioni: prima cosa, un collasso del sistema finanziario è la precondizione perché ci sia la possibilità che si verifichi, sebbene in ritardo, una qualche redistribuzione, redistribuzione dall'altro verso il basso. Ed inoltre, possiamo affermare in tutta coscienza che una cosa come il capitalismo, qualsiasi cosa esso sia, non crollerà solo a causa delle sue tensioni interne e delle sue contraddizioni.
Kurz: Bisogna distinguere fra una crisi, e perfino fra il crollo del capitalismo, e la trascendenza del capitalismo. Sono due cose diverse. L'attuale trascendenza emancipatrice dal capitalismo dipende da una coscienza critica, che si può sviluppare o meno. Essa è indipendente dalla crisi. Il capitalismo è un'imposizione che dovrebbe essere sempre criticata. La crisi, d'altra parte, è puramente oggettiva, non è il risultato della critica, ma è piuttosto una logica sistemica indipendente dalla coscienza degli agenti sociali. Tuttavia, lo stato della critica può rafforzarsi e cambiare, come avviene con la critica pratica nei confronti dello sviluppo della crisi. Un collasso del sistema finanziario globale è già avvenuto. In un modo che non ha precedenti, la creazione futura di plusvalore è già stata ipotecata. Il capitalismo ha già esaurito il suo futuro, lo ha già consumato, ad un punto tale che una ripresa è semplicemente impossibile. Adesso siamo dentro un procedimento in cui, passo dopo passo, la creazione di questo valore fittizio, anticipato, viene realizzato come sviluppo della crisi. Cosa accade quando si verifica un crollo? Non si tratta solo del crollo del sistema finanziario. Piuttosto, quella che adesso viene pre-finanziata è l'attuale produzione. E' tutto indebitato.
Gremliza: Perciò le luci si starebbero spegnendo?
Kurz: Sì, io penso di sì. Un crollo significa che tutto ciò che non può essere finanziato verrà cessato. E lo stiamo già sperimentando, ma fino a d'ora lo shock è stato assorbito. Adesso, nella situazione in cui siamo arrivati, se si verifica un crack, allora le cose arriveranno ad un punto morto anche nella sfera reale della produzione. A cominciare dal settore delle infrastrutture, la sanità, l'istruzione, fino alla produzione industriale ed ai servizi privati, tutto.
(Dialogo svoltosi nel corso di una tavola rotonda avvenuta all'inizio dello scorso anno)