Dopo la reazione indignata del Vaticano, Benetton ritira l’immagine che rappresenta Papa Benedetto XI che bacia lImam del Cairo, un manifesto pubblicitario della nuova campagna cui la “Benetton” ha dato il via con i toni tipici dell’azienda. La società veneta, si è difesa: “La nostra era solo una campagna contro l’odio” ”Ribadiamo che il senso di questa campagna Unhate e’ esclusivamente combattere la cultura dell’odio in ogni sua forma – dichiara all’ANSA un portavoce di Benetton – Siamo percio’ dispiaciuti che l’utilizzo dell’immagine del Papa e dell’Imam abbia urtato la sensibilita’ dei fedeli. A conferma del nostro sentimento abbiamo deciso con effetto immediato di ritirare quest’immagine da ogni pubblicazione”. Quell’immagine, comparsa a Roma a ponte Castel Sant’Angelo, alle porte del Vaticano, ha infatti fatto insorgere la Chiesa.
“Un uso del tutto inaccettabile dell’immagine del Papa” e la Segreteria di Stato della santa Sede starebbe vagliando i passi da fare presso le autorita’ competenti per garantire una giusta tutela della figura del Pontefice
“Bisogna esprimere una decisa protesta per un uso del tutto inaccettabile dell’immagine del Santo Padre, manipolata e strumentalizzata nel quadro di una campagna pubblicitaria con finalita’ commerciale – ha detto il portavoce vaticano -. Si tratta di una grave mancanza di rispetto per il Papa, di un’offesa dei sentimenti dei fedeli, di una dimostrazione evidente di come nell’ambito della pubblicita’ si possano violare le regole elementari del rispetto delle persone per attirare attenzione per mezzo della provocazione”.
Il progetto UNHATE del gruppo Benetton comprende una serie di iniziative sulle principali testate quotidiane, periodiche e web del mondo. Tema centrale e’ il bacio, il simbolo dell’amore, tra leader politici e religiosi mondiali. Per la casa stilistica “Si tratta di immagini simboliche di riconciliazione – con un tocco di speranza ironica e costruttiva provocazione – per sollecitare una riflessione su come la politica, la fede, le idee, anche se diverse e contrapposte, debbano comunque portare al dialogo e alla mediazione”