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DURACEL : Intervista ! ! !

Da Kallo

DURACEL : Intervista ! ! !

Ciao Zamu! Purtroppo la mia scarsa memoria non mi fa ricordare se negli scorsi anni mi ero mai permesso di farvi un'intervista (o qualcosa del genere...).Tu cosa dici? Possiamo considerare questa la prima chiaccherata scritta da quando ci conosciamo?!
Marco, Marco...sei sempre stato un timidone, questa è la verità. E' la prima, è vero, ma adesso rimediamo allla grande. E, invece di fare il cazzone come il solito, prometto che cercherò di risponderti in maniera più che seria.
Ok,la prima domanda è semplice e scontata.Tra qualche giorno esce “Nati negli anni 80”,il vostro nuovo album.Cosa puoi raccontarci a riguardo?
Come sai, a noi piace fare sempre peggio della volta prima. “Domani è come oggi” è stato caratterizzato dal pernottamento nel sacco a pelo (7 giorni!) direttamente in studio, con pastasciutta cucinata su fornello a gas direttamente in loco; “La Fabbrica dei Mostri” era caratterizzato dalla auto - produzione artigianale (continua ) di Mojiti e cocktail vari in studio; “Nati negli anni 80” invece resterà negli annali per il barbecue e la friggitrice collocati fuori dalla porta dello studio. Grigliatine, fritti a tutte le ore, salse a volontà. Quest'anno avevamo anche allestito (sempre nel medesimo luogo di lavoro) un mini bar vero e proprio, con damigiane di vino, Aperol, ghiaccio e strumenti per preparare ogni tipo di bevanda alcolica. Credo che la prossima registrazione sarà caratterizzata...dal free-driver!!
Ad un primo ascolto ho trovato il disco molto piu “cattivo” rispetto ai precedenti lavori.Non mancano le melodie,ma forse avete deciso di dare un taglio diverso alla produzione e discostarvi,almeno in parte,dal passato...ragionamento giusto?
Hai ragione, è un disco che suona più cattivo de “La Fabbrica dei Mostri”. Più per lo stile di composizione dei pezzi che per le tematiche. C'era sicuramente la voglia di non ripeterci in una strada comoda ma dall'esito prevedibile e scontato. Se avessimo inciso il sequel del disco prima avremmo rischiato il ben noto effetto Teenage Bottlerocket. Ma il motivo più importante è che...mi sono trovato a comporlo così; non avevamo pianificato nulla, non lo facciamo mai. Anzi: alla prima canzone credevamo addirittura che sarebbe uscito un disco più pop del solito...e non è andata certo così! Sono anni difficili, siamo confusi, facciamo fatica a chiarirci le idee sul futuro; lo dico anche in senso generazionale: e quando scrivi e suoni queste cose, anche senza bisogno di scnedere sul “politico”, escono tutte. Detto qusto, devo aggiungere che anche se le differenze con la Fabbrica ci sono, non sono poi così tanto radicali come può sembrare a un primo ascolto. Siamo la stessa band di un anno fa, e si sente che questo disco è figlio di due, tre pezzi che già nella Fabbrica suonavano più originali rispetto al calderone di ballate medie in tre accordi. In fin dei conti è giusto che i dischi siano figli dei lavori precedenti, perchè questo dipende dallo stile, dalle inclinazioni, dalle idee che una band DEVE avere se vuole provare ad avere un'identità! Non è che l'originalità sia di per sé un pregio, in questo ha ragione Mob: però il musicista, per come lo intendo io, ha l'obbligo di guardare anche avanti, a costo di andare in rovina sfidando l'abitudinarietà dei suoi fan. Proprio come hanno fatto gli stessi Ramones, d'altronde. Se non lo fai, rischi di diventare la parodia di te stesso; che è anche peggio.
Anche a livello di sound (e mi riferisco proprio al suono) ho sentito un po' di novità. Semplice “sperimentazione” o voglia di presentarvi con un pizzico di freschezza in piu?
Si, è vero, anche se devo dire che pure in questo caso non si è trattato di un ragionamento a tavolino. La verità è che il “materiale”, contrariamente ai pronostici, si è rivelato fondamentalmente diverso a quello della Fabbrica, e in sede di mix abbiamo dovuto fare i conti - noi per primi - col cambiamento. Adeguare i suoni e gli arrangiamenti è stata una tappa obbligata, perchè alla fine ogni disco ha bisogno di avere alle spalle un discorso organico, dalla preproduzione al mastering, e, allo stesso modo, di “suonare” con una identità precisa e adeguata ai nuovi tempi. Giovanni, il nostro tecnico, è bravissimo a captare questi segnali, di cui spesso noi per primi siamo assolutamente ignari, e a orientarci nel modo giusto, tanto da farci capire - meglio di come capivamo prima - l'essenza stessa di una nostra canzone. E' bello lavorare con gente che la sa lunga, e qest'anno, a mio avviso, il ragazzo si è superato!
Posso dire che con questo tipo di disco siete pronti a farvi sentire anche al di fuori del vostro solito target di pubblico? Mi spiego meglio,quando una band matura (e credo che voi siate nel bel mezzo di questa evoluzione) anche il “fan medio” tende a cambiare e avere una specie di ricambio generazionale.Sei d'accordo o credi che nel pop punk (aggiungiamo in italiano) questi cambiamenti non siano poi così accentuati?
Può essere. Credo che il punk italiano, a causa soprattutto della recente inattività dei suoi principali esponenti, si sia cristallizzato in stereotipi sempre uguali a se stessi da almeno dieci, quindici anni. Me ne accorgo sentendo i gruppi che vogliono fare punk e cantano in italiano. Sotto questo punto di vista il gusto medio di chi ascolta questa musica è anch'esso fermo, e probabilmente la strada più conveniente da percorrere per “restare in scia” sarebbe stata quella di mettersi saldamente nei binari dei Derozer, scopiazzandoli un po' di più. Non abbiamo fatto così, e in questo senso può essere benissimo che questa scommessa ci porti lontano dal nostro pubblico e ci avvicini a un pubblico diverso, magari anche più vasto e meno specializzato. E' un'ipotesi, anche se credo sia abbastanza remota. Ma non credo sia importante. Noi, per quanto mi riguarda, abbiamo l'obbligo di fottercene di queste cose e di pensare solo a noi stessi: ai nostri cambiamenti, alla nostra maturazione; e tutto questo perchè siamo convinti che la poca sincerità salti subito all'orecchio in un disco. Le cose inserite per far contenti i quattro gatti che ti seguono siano fastidiose tanto quanto quelle messe per andare su MTV. E' la prima cosa a stonare in un arrangiamento: non è quasi mai un discorso di scelte musicali fini a se stesse. D'altronde, lo sai meglio di me: si può inserire una tastiera come gli SW....o come i Dari: dipende tutto da chi sei e dal perchè suoni!
Il vostro rapporto con Indie Box continua anche con questo nuovo capitolo. Avete ricevuto qualche “proposta indecente” in questi anni? E, per parlare della vostra label,come vivete il rapporto con loro? Siete soddisfatti della collaborazione?
Certo, ne abbiamo ricevuta qualcuna. Noi però stiamo bene così. Tra l'altro devo dire con orgoglio che siamo un po' i “cocchi” dei ragazzi dell'etichetta bresciana: ci hanno letteralmente tirato fuori dalla culla quando suonavamo nei baretti del veneziano - a gratis, per gentile concessione - di spalla a gruppi cover dei Pink Floyd, quindi è ovvio che reciprocamente ci vogliamo bene. La nostra avventura è una strada comune. E poi il rapporto personale vuol dire tanto: anche quando si dovrebbe parlare di “affari”, finisce quasi sempre a tarallucci e vino tra noi; si tratta di amicizia, più ancora che di lavoro.
So che avete girato anche un video per il singolo. Mi parli un po' della sua realizzazione e delle eventuali differenze con il video di “Non mi piace ballare”?
Tutta un'altra storia. Il ragazzo che ci ha fatto il video di “Non mi piace ballare” ha fatto tutto quello che ha potuto con quello che aveva, cioè poco. Ed è stato bravissimo. Stavolta però abbiamo lavorato con dei professionisti, attrezzati bene e pieni di idee. Sono riusciti ad aggiungere una dimensione in più al pezzo, a dare l'immagine complessiva del significato di tutto il disco. La fotografia è originale e l'atmosfera è molto malinconica e triste. Posso solo anticipare che se prevedete la presenza di fighe che ballano e sculettano...rimarrete delusi, perchè troverete soltanto i nostri soliti brutti musi!
Nati negli anni 80” è il vostro quarto album,molte band non riescono ad arrivare a fare nemmeno il secondo,scoraggiati (e questa la considero una delle gravi colpe dei gruppi moderni,che vogliono tutto e subito) dalle scarse vendite e dalla scarsa attenzione del pubblico giovanile.Contrariamente a loro,che cosa vi ha portati ad essere ancora qui dal lontano 2004 ad oggi? Si tratta solo di forte passione per la musica?
Sottoscrivo il tuo pensiero. E' scontato dirlo: alla maggior parte delle persone della musica e dei suoi valori frega pochissimo. Molti, appena vedono che dopo due mesi e mezzo non sono diventati famosi come i Green Day, si buttano sull'industrial-indie rock, sullo psyco-pseudo-post-minimal punk eccetera eccetera, sperando di riuscire a fare almeno come i Ministri. Oppure lasciano, e diventano discotecari direttamente, che almeno si scopa un po' di più. Gli aspetti sociali di questo fatto sono sotto agli occhi di tutti; è inutile sia aggingere altro a quello che già sappiamo che fare la morale a una generazione intera. Nessuno qui ha i titoli per giudicare la vita e i sogni di un ragazzo che si compra la chitarra a 16 anni e prova a fare una band, per quanto inutile. Per quanto ci riguarda, il fatto è...che ci divertiamo troppo. Suonare in giro è la cosa più bella del mondo per noi, punto e stop. Conosci gente, vedi posti nuovi, fai amicizie, ascolti un sacco di band interessanti, mangi e bevi le cose tipiche per le trattorie coi ragazzi del posto...e mille altre cose che rendono questo hobby il migliore che si possa avere. Anche noi sentiamo molto gli anni che passano, non siamo così forever teens come tanti pensano. Però se riesci ad apprezzare i piccoli passi che fai di anno in anno e maturi su questo le tue soddisfazioni, allora vai avanti con entusiasmo e cerchi di fare meglio ogni piccolo step che ti si presenta davanti. Se il tuo obiettivo è quello di arricchirti con la musica e di scoparti un sacco di grupies in camerino...ovvio che ti scazzi appena ti rendi conto che non ci riuscirai mai.
Conosco il tuo orgoglio di cantare in italiano,ma ti sei mai chiesto se questo possa essere piu un pregio o piu un difetto? E' sbagliato pensare che questo album cantato in inglese possa avere risultati piu sorprendenti e aprirvi porte importanti?
Non c'è dubbio sul fatto che sia un limite enorme. Non ho mai sostenuto il contrario, assolutamente. Però per me la canzone, intesa come insieme di musica e testo, è una cosa che riguarda me nel profondo. Quella parte di me che canta, parla italiano; c'è poco da fare. Sono sicuro che molte band riescono a essere sincere e profonde con altre lingue, non ho affatto pregiudizi su questo. Ma io, personalmente, non ne ho i mezzi culturali; se lo facessi suonerei fasullo e perderei un sacco del piacere che mi da scrivere e arrangiare una canzone, e sono convinto che questo arriverebbe anche all'ascoltatore. E poi mi vergogno, è tristissimo sentire la pronuncia malferma di chi non possiede una lingua fino in fondo. Per me è una cosa talmente patetica da spingermi a perseverare con la mia: faccio già fatica così!
Una volta mi dicesti che tu “scrivi canzoni pop e le suoni con la chitarra elettrica”,ed è la definizione che piu vi si lega addosso.Che cosa manca secondo te ad un pezzo dei Duracel per arrivare ad orecchie piu “addomesticate” dai media? E al contrario,che cosa manca a queste “orecchie addomesticate” per digerire un vostro pezzo?
Amico mio, purtroppo, come sappiamo bene, l'orecchio medio è un fenomeno costruito da chi decide a tavolino cosa devi ascoltare. Sai, mi fa pensare alla Chiesa e alla concezione della famiglia naturale: è una cosa che non esiste in sé, è qualcun'altro che la decide per te. La moltitudine, il grosso dei consumatori di musica (per capirci quelli che canticchiano la Pausini o i cantanti di Amici e X-Factor) ascoltano quello che gli dai, è risaputo, ma noi stessi non siamo diversi. Alla fine sono convinto che noi tutti siamo, nelle nostre scelte, il prodotto di stimoli e suggestioni che ci hanno instillato dal di fuori in qualche modo, a una qualche età. Non credo si tratti di un problema di “durezza dei suoni” in sé: la registrazione di Dookie non era meno sferragliante di tante produzioni nostrane degli ultimi anni, anzi. Per entrare nelle playlist di massa con questa musica forse non ci vogliono meriti particolari: ci vuole la ricostruzione a tavolino di una cultura della musica rock. Cosa che, perdonami il pessimismo, in questi anni mi pare assolutamente impossibile, in quanto gli addetti ai lavori non hanno alcun interesse a uscire da un seminato che dà frutti garantiti e senza sforzo. Non ti preoccupare, che se qualcuno decidesse che è tornata l'ora del punk...questo tornerebbe ad essere un fenomeno di massa come lo è stato nell'ondata revival degli anni '90. E improvvisamente le orecchie tornerebbero ad addomesticarsi sulla chitarra distorta...
Quando infili “Nati negli anni 80” nello stereo,che cosa ti rende piu felice?
Il fatto di esser riuscito a metterci dentro tutta la confusione, tutte le malinconie, tutti i rimpianti che ci tormentano in questi anni di fine gioventù. A modo nostro e coi nostri enormi limiti, mi pare che siamo riusciti a fare un piccolo manifesto del quasi trentenne, costretto a fare i conti con l'intrecciarsi della sua vita privata ai grandi eventi storici che ci hanno tolto il pavimento da sotto i piedi. Mi pare, insomma, di essere riuscito a fare un piccolo ritratto di una generazione che ha avuto il tempo di vedere il percorso che ci ha portato dal boom alla crisi più nera, dai live ai deejay-set, dai Nirvana a Giusy Ferreri. Sono felice di esser riuscito a fare un “discorso” suonando, alla fin fine, sempre la musica che ci piace e senza snaturare il nostro modo di fare. E poi...dai, siamo complici in questa cosa visto che è risaputo che buttiamo leggermente sul finocchio e che entrambi ci commuoviamo sulle ballatone di Danny Vapid, quindi lasciamelo dire: divento felice come una Pasqua quando mi ascolto l'unico lentone (nonché l'unica canzone d'amore) del disco. Adoro quel pezzo perchè è la prima volta che dentro mi ci ritrovo davvero al cento per cento.
Avete suonato praticamente in tutta Italia,nei maggiori club ma anche nei posti piu sfigati e sconosciuti.Che idea ti sei fatto dei ragazzi che vi seguono e ascoltano punk rock nel 2011?
Trovo che i giudizi sui ragazzi di oggi, specie sui giovanissimi, siano spesso troppo severi. Io penso che per ascoltare punk o cose di questo tipo al giorno d'oggi devi avere quasi più “meriti” di quelli che avevamo noi alla loro età. Noi abbiamo potuto contare su un imprinting culturale molto forte: il genere faceva tendenza quando noi eravamo adolescenti e tutto sommato “faceva figo” perfino andare a un concerto delle Pornoriviste. Ora hai tutto contro, pure i tuoi coetanei. Ho molto rispetto e un sacco di simpatia per i ragazzi che vengono a sfondarsi le orecchie ai concerti, per il loro entusiasmo e la loro passione. Sono una razza in via d'estinzione, ma meno male che ce n'è ancora qualcuno.
Un giudizio in generale sulle punk bands italiane? C'è qualche gruppo che ti piace e che secondo te non sta riscuotendo il meritato “successo”?
Per quanto riguarda le band il discorso è molto simile. Si fa un gran parlare di qualità e di attitudine, ma credo siano discorsi da vecchietti stronzi. D'altra parte si sa: chi ha visto un concerto dei Ramones negli anni '80 cosa può pensare a un concerto dei Duracel del 2011? Ma in fin dei conti è un atteggiamento inutile e sbagliato, come sarebbe sbagliato che noi, a nostra volta, ci mettessimo a fare i sapientoni di turno giudicando l'attitudine degli altri. I discorsi sull'attitudine, come pure i vari “si stava meglio quando si stava peggio” mi hanno veramente rotto i coglioni. Noi viviamo adesso, non stiamo mica guardando un telefilm che possiamo giudicare per poi, alla fine, uscire in strada con le nostre All-Star nell'anno 1982! L'abbiamo costruito noi questo presente, nel bene e nel male, e vediamo di finirla di fare i finocchi col culo degli altri. Band che valgono in Italia ce ne sono per tutta la costellazione del punkrock, e basta vedere con chi condivideremo il palco in questo tour per capire quali sono secondo noi. Ma visto che mi fai una domanda precisa, personalmente ti rispondo: vorrei sentire i Deans su Virgin Radio.
Te la senti di darmi anche un tuo parere sullo stato di salute della musica italiana in generale e dei suoi fruitori (o almeno di chi dovrebbe esserlo)?
Ovviamente il mio pensiero lo conosci bene. Secondo me viviamo il peggior momento della musica commericale da quando esiste il pop italiano; ma non è colpa degli artisti, che ci sono e continueranno ad esserci. Il main-streem sta vivendo una crisi profondissima, prima che economica proprio di valori. E' un'epoca di transizione: il CD è morto ma nessuno gliel'ha ancora detto, così tutti continuano a stamparli e nessuno li compra, rendendo inutili produzioni milionarie e promozioni faraoniche. Allo stesso tempo questo download legale non decolla, e, nonostante le raggianti e ottimistiche previsioni degli addetti ai lavori, non decollerà mai. Questo comporta uno schiacciamento sui reality e sui format che producono cantanti già pubblicizzati dal televoto. Le major risparmiano migliaia di euri di promozione accontentandosi di allontanare la bancarotta di un altro anno...in attesa di cosa? Che scenda Gesù cristo a regalargli un nuovo Nevermind, magicamente già promosso a costo zero e pronto per il lancio mondiale?
Dove pensi che vi stia portando il percorso dei Duracel? C'è uno sfizio particolare che vi volete togliere?
Non ci ho mai pensato, lo ammetto. Non parliamo mai seriamente del futuro. Non mi immagino nemmeno lontanamente di vivere con questa musica: se l'idea fosse stata quella avremmo fatto scelte diverse. Ma non voglio giocare alla volpe e l'uva, e in questo senso uno sfizio da togliere ci sarebbe: vorremmo provare l'esperienza di suonare su uno di quei mega-palchi da festival...hai presente? Quelli che tutti i veri fighi alternativi snobbano perchè “vuoi mettere il contatto con la gente ecc. ecc.” ma poi se hanno mezza occasione di salirci vendono anche le madri e le fidanzate? Ecco, proprio uno di quelli. Una volta sola, però. Giusto per sentire se è vero che ci si sente poi così perduti...
Ora comincerete a girare per il tour di presentazione,vuoi lasciarci qualche info piu dettagliata sugli appuntamenti?
Con piacere. Si comincia il 15 ottobre a Settimo Milanese, con la presentazione a Palazzo Granaio: ospiti Teenage Gluesniffers e Riccobellis. Poi entro novembre abbiamo Brescia, Lecco, Cesena e Novara. A dicembre, il 3, andiamo a Gorizia e poi facciamo l'unica data veneta il 13 gennaio, al New Age. E poi via, avanti così fino all'estate...se ci arriviamo interi. In realtà, come vedi, abbiamo preferito dilazionare le date più del solito e suonare un po' meno nel breve periodo, per riempirci bene l'anno: quindi niente doppiette nei weekend per ora. Temiamo molto per la salute del Bocia, meglio essere prudenti...!
Di solito l'ultima domanda viene lasciata per parlare del futuro e delle novità in arrivo.Io vorrei invece che tu mi dicessi qualcosa su quello che sono stati questi anni per voi,dai sogni in una cantina all'essere per qualcuno (mi prendo la responsabilità) una delle migliori punk rock band italiane...
Hai detto bene amico: per qualcuno! Beh, in realtà lo so che la strada fatta fin qui era già imprevedibile, e ti assicuro che ci ha regalato dei momenti irripetibili. Quando abbiamo iniziato a strimpellare eravamo solo liceali fricchettoni coi capelli lunghi...roba da far impallidire Tonio dei Cani Pazzi! Vedere il demo girare per l'istituto era già la soddisfazione più grande che potevamo immaginare. A volte mi torna in mente...suonavamo le cover di gente con cui adesso siamo amici; in soli tre anni reali di attività (perchè in realtà per il pubblico italiano esistiamo solo dal 2008) abbiamo fatto tutto quello che non avremmo mai previsto. Lo dico sempre ai ragazzi che dovremmo essere contenti come una Pasqua. Ma la verità è che siamo molto lunatici, il Bocia su tutti: quando ci mettiamo a bere al bar e contempliamo la strada fatta, a volte ci guardiamo indietro e ci sentiamo più o meno realizzati, a volte invece ci sentiamo dei perfetti coglioni. Ma comunque alla fine ridiamo e brindiamo, perchè questa avventura è sempre stata solo un bellissimo gioco, e finchè ci farà divertire non lo molleremo mai!
Grazie mille da parte mia e da tutti i commentatori anonimi che popoleranno quest'intervista!!!
Ah si...che si fottano! Speriamo siano tanti, perchè, come diceva quel pezzo di merda del Duce in uno dei suoi rari barlumi di saggezza: molti nemici, molto onore! A voi invece auguro ogni bene, saluto tutti di cuore e spero di vedervi sotto al palco per sparare qualche cazzata in compagnia. Tutti gli altri....li invitiamo al Lio Bar!

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