Duro da uccidere

Creato il 29 settembre 2014 da Misterjamesford
Regia: Bruce MalmuthOrigine: USAAnno: 1990
Durata:
96'
La trama (con parole mie): Mason Storm è un poliziotto tutto d'un pezzo, spaccaculi incorruttibile, nel posto giusto al momento sbagliato. Nel corso di un'intercettazione, infatti, insieme al boss locale Calabrese scopre l'implicazione del Senatore Trent, uno tra i politici più in vista della città.Appoggiandosi ad alcuni poliziotti corrotti, lo stesso membro del Congresso ordina un assalto alla casa del tutore della Legge che finisce in un vero e proprio massacro: malgrado la resistenza di Storm, infatti, sua moglie e suo figlio vengono uccisi, mentre lui, ridotto in coma e nascosto da un vecchio amico del dipartimento, è costretto in un letto d'ospedale per sette lunghi anni.Al risveglio, l'ex poliziotto dovrà non solo difendersi dagli attacchi di Trent e degli uomini responsabili dell'uccisione dei suoi cari, ma anche fuggire - aiutato dall'infermiera che si è occupata di lui durante il coma -, nascondersi per ritrovare le forze e rimettersi in forma nonchè rintracciare il collega che aveva reso possibile la sua sopravvivenza per attuare un piano di vendetta.

Questo post partecipa alla sarabanda di legnate organizzata per celebrare Meniamo le mani 2!

Dev'essere davvero un periodo di magra, per gli action che mi hanno cresciuto, se oltre ai miei consueti eroi del genere sono finito perfino a ripescare quello che, forse, ho meno seguito anche ai tempi, Steven Seagal.
Eppure, con il recente ripescaggio di Trappola in alto mare e Trappola sulle montagne rocciose - senza contare il terribile quanto geniale Killing point -, mi sono trovato a rivalutare l'operato del parruccone più bolso del Cinema di botte, andando di conseguenza a ripescare le sue performance legate ai tempi in cui non era poi così bolso e, almeno all'apparenza, non sembrava indossare un caschetto di capelli in stile Playmobil.
Duro da uccidere, in questo senso, è una scelta pressochè perfetta: cucito sulle spalle di Seagal - ma ugualmente adattabile, con qualche cambio di coreografia per quanto riguarda le scene di combattimento e le parti dedicate all'allenamento, ad un qualsiasi interprete che questo tipo di pellicole abbia consacrato dagli anni ottanta in avanti, si parli dei mostri sacri Stallone, Schwarzenegger, Van Damme e Willis fino ai recenti Statham -, inverosimile, breve, veloce, divertentissimo nel suo essere tamarro, è in grado di riportare qualsiasi nostalgico - come il sottoscritto - ad un'epoca in cui le cose erano molto più semplici, i buoni erano i buoni e sistemavano i cattivi a suon di gran legnate, non c'erano grossi tormenti, domande e passaggi legati al buon senso ed alla logica, ed alla fine tutti al parco ad imitare - o più propriamente, a cercare di farlo - le mosse del protagonista di turno.
In particolare, scoprire per la prima volta una chicca di questo calibro è stato davvero godurioso, degno del banco di legno del Saloon e delle sbronze selvagge: dalla ridicola e divertentissima sequenza dell'assalto alla casa di Mason Storm - che si prende fucilate a ripetizione continuando a sgominare avversari come se niente fosse prima di cadere in un coma di sette anni dal quale finisce per riprendersi a tempo di record - all'escalation conclusiva con la giusta e sacrosanta resa dei conti, il film di Malmouth è un festival di luoghi comuni dell'action anni ottanta e novanta, impreziosito giusto dalla presenza di Kelly LeBrock - all'epoca compagna del protagonista -, nel ruolo improbabile dell'infermiera che senza farsi troppe domande si innamora del suo assistito in coma dopo averlo rasato per anni in maniera penosa, senza preoccuparsi del numero imprecisato di inseguimenti, sparatorie e scazzottate cui sarà costretta ad assistere da quel momento in avanti.
Onestamente, nel corso della visione la sensazione più presente è stata quella della malinconia per un periodo in cui questo tipo di prodotti non solo veniva considerato come "roba forte" ed andava bene al botteghino, ma di fatto costituiva uno standard pronto a guidare una generazione di ragazzini alla loro età adulta e ad intrattenere gli adulti come se non ci fosse un domani: al giorno d'oggi, purtroppo, l'essere naif di robaccia di questo calibro è una qualità andata perduta dietro minutaggi da capogiro o pretese artistiche anche per titoli che pretese artistiche non dovrebbero avere per contratto, e che porta residuati dell'epoca come il sottoscritto a rimpiangere perfino i loro meno interessanti "eroi" pur di tornare ad un periodo d'oro che, ora come ora, difficilmente potrà ripetersi.
Fortunatamente, ed è il bello del Cinema, ogni volta che si vorrà si potrà pensare di tornare a menare le mani accanto ai pionieri delle botte della settima arte, interpreti dozzinali e sguaiati che prima o poi - anche se, a ben guardare, questo trend ha già preso vita - verranno rivalutati e ringraziati per il lavoro svolto, seppur esclusivamente con i muscoli e parecchia immaginazione.
In fondo, il miracolo di una visione è anche questo: uomini grandi e grossi dalla scarsa mobilità pronti, a mani nude, a sgominare intere schiere di nemici.
Chi non l'ha mai sognato, del resto!?
MrFord
Partecipano alla scazzottata anche:
Bollalmanacco
Cinquento film insieme
Scrivenny
Non c'è paragone
Recensioni ribelli
Ho voglia di cinema
Solaris
La fabbrica dei sogni
Director's cult
"Yeah, play times over motherfuckers
spice 1's defiantly in motherfuckin' effect
you know what I'm saying? bringing it to all you bitch ass niggaz
so raise up and recognize, and understand that this brother is hard to kill."Wu Tang Clan - "Hard to kill" - 

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