LO SPELEOLOGO
di NICOLAS ICARDI
Personaggio icona in patria (inglese di Londra) dal timbro inconfondibile, Dusty Springfield esplode in piena british invasion (quella dei Beatles per intenderci), che, a partire dagli anni '60 allo stesso modo di Mina in Italia o Dalida in Francia, riuscì a trasformare complicate partiture, a firma dei più grandi nomi dell'epoca, in brani accessibili e di ampio respiro. In una parola: Pop di altissimo livello. La Springfield ha la passione musicale sin da bambina quando il nonno materno la incita ad ascoltare Cole Porter,Glenn Miller e Duke Ellington. Nel 1958 si unisce al gruppo delle Lana Sisters con cui ha modo di imparare le armonizzazioni, l'uso microfonico e la tenuta del palco esibendosi in moltissimi spettacoli ed incidendo alcuni singoli. Nel '60 lascia il gruppo ed insieme a suo fratello e Reshad Feild fonda il trio The Springfields. Il gruppo incide diversi singoli di matrice american-folk che giungono in classifica e un album "Folk Songs From The Hills" a Nashville dove Dusty ha modo di contaminarsi con il sound dei gruppi vocali femminili di colore. Sempre con il gruppo nel 1963 incide il singolo "Say I Won't Be There" giungendo ai vertici delle classifiche britanniche. Lo stesso anno il gruppo tiene a Londra l'ultimo concerto in quando i membri decidono di sciogliere la formazione. Suo fratello Tom spingerà sua sorella a continuare l'attività da solista. Alla fine del '63 esce il singolo "I Only Want To Be With You" il primo da solista che entra immediatamente in classifica. Il brano arrangiato da Phil Spector inaugura il programma tv della BBC "Top Of The Pops". Dusty si distingue per peculiarità timbrica ed impeccabile consapevolezza tecnica, nonché, e da non sottovalutare, grandissimo fascino. Nel 1964 esce l'album "A Girl Called Dusty" che contiene alcuni brani scritti da giovani autori ancora non noti ma che lo diverranno presto: Burt Bacharach, Randy Newman e Carole King. L'anno successivo è la volta di "Everything's Coming Up Dusty" dal quale viene tratto il singolo "Losing You" composto da suo fratello Tom. L'album viene presentato nello spettacolo televisivo che conduce "The Sound of Motown". Nel '65 partecipa al festival di Sanremo dove propone "Tu Che Ne Sai" in coppia con Fabrizio Ferretti e "Di Fronte all'Amore" scritta da Umberto Bindi. I brani nonostante le ottime esecuzioni non giungono in finale. Torna in Inghilterra e decide di incidere il brano che avrebbe voluto cantare del festival "Io Che Non Vivo Senza Te" di Pino Donaggio che tradotto diventa "You Don't Have To Say You Love Me". Il singolo scala le classifiche di moltissimi paesi diventando presto un evergreen. In Autunno torna in Italia per lanciare "Stupido Stupido" cover di "Wishin and Hopin" brano di Bacharach. Negli Stati Uniti intanto lancia alcuni singoli di successo come "Goin' Back" scritto da Carole King e "The Look of Love" a firma di Burt Bacharach che viene incluso in "007 - Casino Royale". L'anno successivo pubblica l'album "Where Am I Going" che include un altro classico "Close to you" composta nuovamente da Bacharach. Nel 1968 torna in classifica grazie al singolo "I Close My Eyes and Count to Ten" che ottiene un ottimo successo in moltissimi paesi europei. In autunno esce l'album "Dusty Definitely" che include brani composti da Sammy Cahn, Charles Aznavour e gli ormai fedelissimi Randy Newman e Burt Bacharach. Nel 1969 torna negli Stati Uniti dove firma un contratto con la Atlantic per incidere l'album "Dusty in Memphis" che a detta della critica specializzata è il miglior album dell'artista. Poetico, trascinante, commovente, suonato divinamente. Dall'album vengono estratti i singoli "Breakfast in Bed" e "Son of a Preacher Man". Intanto continua a lavorare in tv nel 1970 col programma televisivo in otto puntate "Decidedly Dusty". Torna in Usa per incidere il nuovo lavoro "From Dusty with Love". Nel 1971 sarebbe pronto l'album "Longing" che però non vedrà mai luce. Infatti la cantante lo avrebbe inciso negli Stati Uniti, mercato per il quale avrebbe dovuto costituire il terzo album, ma qualcosa non ha funzionato, forse il successo non eclatante dell'ultimo singolo pubblicato in quella piazza o qualche litigio di tipo artistico o economico sopravvenuto con il suo produttore Jeff Barry il quale tenne per sè dei provini di questo album e dato che gli originali vennero distrutti in un incendio li farà uscire come bonus-track molti anni dopo nella riedizione di "Dusty in Memphis" formato cd. L'anno seguente esce l'album "See All Her Faces"(1972) che include materiale inciso tra Londra e New York. L'album però non soddisfa l'artista per la mancanza di continuità musicale e decide di non sponsorizzarlo. Nel '73 ormai scaduti i contratti con la Philips e l'Atlantic , la cantante si trasferisce a Hollywood e firma un contratto con la Dunhill per la quale incide l'ottimo album "Cameo". Dusty decide nel '74 di abbandonare temporaneamente l'ambiente musicale, grazie anche ad intensi trattamenti antidepressivi che avevano il compito di impedirle atti di autolesionismo ed all'uso di alcool e droghe leggere. Nel 1978 torna sulle scene firmando un contratto con la Mercury per la quale realizza "It Begins Again" prodotto da Roy Thomas Baker ex produttore dei Queen. L'anno seguente incide l'album "Living Without Your Love"(1979) che promuove di fronte ad un grandissimo pubblico in uno spettacolo di beneficenza alla Royal Albert Hall in presenza della Principessa d'Inghilterra Margaret. Sarà il suo ultimo spettacolo pubblico. Pubblicherà alcuni singoli durante gli anni '80, e torna sulle scene nel 1987 grazie ai Pet Shop Boys che la vogliono come partner nella canzone "What Have I Done to Deserve This?". Il brano promosso grazie ad un video giunge subito ai vertici delle classifiche rinnovandole la popolarità. Nel 1990 ottiene un successo internazionale con l'album "Reputation" prodotto dai Pet Shop Boys. Nel 1995 incide l'ultimo album dal titolo "A Very Fine Love" pubblicato dalla Columbia. Durante le registrazioni di quest'album le viene diagnosticato un carcinoma al seno. Il 2 marzo 1999 è deceduta, qualche giorno prima di ricevere l'onorificenza di Ufficiale dell'Impero Britannico. Dusty è stata soprannominata "The First Lady of Soul" per la sua duttilità vocale ed ha caratterizzato la storia musicale e del costume britannico.
Dalla sua discografia vi propongo 3 pezzi:
"IN THE LAND OF MAKE BELIEVE" da "Dusty In Memphis"(1969), qui Dusty canta come un Nick Drake depredato della chitarra, grande pezzo.
AUDIO LINK
"SON OF A PREACHER MAN" da "Dusty In Memphis"(1969), pezzo celebre con quella famosa linea di basso in apertura (scartata all'epoca da Aretha Frenklin) e tornata a nuova vita nel 1995 grazie a Tarantino che ne fece uno dei cavalli di battaglia della colonna sonora di Pulp Fiction.
"THE LOOK OF LOVE", dalla colonna sonora del film "007 – Casinò Royale"(1967), la musica è stata scritta da Burth Bacharach di questo che è ormai un evergreen.
A DOMENICA PROSSIMA...