Colin Firth con Tom Ford
Ed ecco come uno stilista americano molto dotato esordisce alla regia e fa il botto anche come regista! Tom Ford, dopo aver rilanciato YSL e Gucci ed aver creato un proprio prestigioso marchio indipendente, realizza infatti il suo primo bellissimo film.In un'intervista allontana (giustamente) l'etichetta di "film omosessuale": "E' vero, il personaggio è gay, parla di un rapporto gay, ma non è un film gay. E' un film sull'amore e sulla perdita. La definizione "gay" non lo qualifica. Io stesso, sebbene stia con lo stesso uomo da anni e sebbene lo ami profondamente, parlando di me mi definirei in mille modi - un perfezionista per esempio - e solo alla fine aggiungerei "ah si, sono anche gay".
Giustissimo, il film parla proprio di amore universale (aldilà dei sessi), della sofferenza provocata dalla perdita della persona amata e della profonda solitudine che comporta nell'animo del protagonista.
Julianne Moore
George (Colin Firth) è professore in un college, apparentemente distaccato ma in realtà romantico e passionale, e questa è la sua ultima giornata di vita: ha deciso di arrivare a sera e suicidarsi non reggendo al vuoto lasciato dalla tragica perdita del compagno. Fa la sua ultima lezione all'università, approfondisce la conoscenza con Kenny, uno studente incuriosito e affascinato da lui, conosce un prostituto spagnolo senza ususfruire delle sue prestazioni, scrive alcune lettere d'addio, cena con l'altrettanto sola e triste amica Charlotte (Julianne Moore) e prepara la pistola con cui dire addio al mondo.E qui mi fermo, non voglio farmi odiare da chi ancora non l'ha visto... Aggiungo solo che il film è racchiuso dalle splendide parentesi di due baci, uno all'inizio e uno alla fine. Pensando a questo film, l'aggettivo che più mi viene in mente è "romantico".
In George esiste solo il passato, non ha senso il presente e il futuro è rappresentato dalla morte. E' un personaggio complesso e interessante, con visioni argute e intelligenti, reso davvero bene da Colin Firth.
A single man è armonioso, intenso e delicatissimo: bella la sceneggiatura, perfetta e artistica la regia, ottima la fotografia con quell'effetto gradevolmente retrò (è ambientato negli anni '60).
Certo tutto è molto glamour e un po' patinato, naturalmente dai vestiti, ai look, alle immagini, agli oggetti, alle case strepitose e dagli arredi ricercati, ai modelli strafighi che imperversano nel film. Ma va tutto benissimo, la forma è accompagnata da un'ottima sostanza.