"Bette Davis Eyes" di Kim Carnes rende omaggio a quegli occhi incredibili e memorabili di Bette Davis (1908-1989), espressivi, inquieti, perfetti per trasmettere pathos. Infatti sono tanti i melodrammi a cui prese parte questa grandissima attrice, talmente talentuosa e dotata di forte personalità da riuscire a sfondare in quella Hollywood che prestava attenzione solo ad attrici bellissime e languide. La sua era una bellezza non convenzionale per l'epoca, ma di forte impatto proprio per il fascino conturbante che emanava. Infatti interpretò spesso donne decise, equivoche e sovente psicologicamente disturbate o ambigue.
Come in questo film, in cui interpreta un doppio ruolo, quello di due gemelle che si incontrano dopo tanti anni di lontananza. In gioventù Margareth aveva rubato il fidanzato a Edith e il matrimonio con quest'uomo le aveva permesso una vita agiata e facile, mentre Edith si era adattata ad una vita umile e solitaria.
Vent'anni dopo Edith decide di vendicarsi prendendo il posto della gemella e vivendo quella vita che le era stata negata.
Chi giace nella mia bara? è un dramma a tinte fosche giocato sui temi della doppiezza e dell'identità, tragico e fatale, con una Bette Davis diabolica, teatrale e in splendida forma. Il film non è indimenticabile, non è un capolavoro, ma ha il pregio di essere molto avvincente, d'effetto e soprattutto di grande fascino.
Lo splendido bianco e nero rende l'atmosfera tetra ed elegante, nonché sinistra al punto giusto.