Magazine Cultura

Dylan Dog

Creato il 04 marzo 2013 da Xab @Xabaras89

Dylan DogParlare di Dylan Dog è parlare assieme di molte cose diverse
Il più grande successo della Bonelli dai tempi della nascita diTex Willer, una rivoluzione del modo d'intendere fumetto horror in Italia (e non solo), uno dei primi casi in cui un fumetto d'autore diventa a tutti gli effetti un prodotto di massa e in sintesi un fenomeno di costume
Per me in particolare, dovessi scendere nel personale (e non lo farò per quanto mi è possibile, perché sennò diventerei esageratamente melenso, più di quanto lo sarei nel ricordare il primo bacio) ha dei significati difficilmente descrivibili senza uscirsene con romanzi ricolmi di pippe mentali 
La bellissima puntata di Fumettology dedicata a DyD

Fumetto Horror?

dylan dog

In larga misura si.

Cioè, rappresenta la sua classificazione di base e su questo non ci piove: L'Orrore, spesso visto in chiave citazionistica verso cinema e letteratura (non di rado anche musica), è l'ossigeno dell'ambientazione del fumetto
Ma chiunque conosca anche solo superficialmente Dylan Dog sa bene quanto spesso il genere di riferimento sia stato poco più che una cornice:filosofie più o meno spicce, contraddizioni, un marcato Romanticismo che fa leva sul disgusto diretto verso la società dell'uomo più che nei confronti dei cosidetti mostri (che anzi, non di rado si fanno voler bene)
Insomma, DyD è una vera macedonia che ha bellamente scandagliato tutti i cliché pur facendone ampiamente uso, e celeberrima è in questo senso la frase Umberto Eco: «Posso leggere la Bibbia, Omero o Dylan Dog per giorni e giorni senza annoiarmi »

Chi è Dylan Dog ?

Identikit Bloch approved

Dall'aspetto volutamente ispirato all'attore inglese Rupert Everett, il nome che fa il verso al poeta Dylan Thomas (oltre che essere il nomignolo di base che Tiziano Sclavi usava per tutti i suoi lavori), eternamente sulla trentina, amante dell'horror, si tratta di un ex poliziotto di Scotland Yard che ora esercita una professione inventata da lui stesso: Indagatore dell'Incubo
Immaginate il classico eroe dei fumetti.
Ok, rovesciatelo (fatta eccezione per l'ascendente nei confronti del gentil sesso) e avrete un'idea di chi è Dylan
groucho dylan dogSoffre di vertigini, mal di mare, è vegetariano, astemio ( poichè ex-alcolizzato), coltiva un affetuoso terrore per aereoplani e pipistrelli (ma ama gli animali), ha un maggiolino e passa gran parte del suo tempo a montare il modellino di un galeone
Le sue armi? Una vecchia Rivoltella, il Clarinetto eGroucho

 

 

Italianità

That's Amore

Dylan Dog è londinese e, sebbene la stragrande maggioranza delle sue avventure si svolgano in Inghilterra, il suo lato più british compare principalmente nelle storie che lo vedono giocare in trasferta (il 18 Cagliostro! in questo senso è un albo memorabile, in cui troviamo il nostro a girovagare negli assurdi Stati Uniti elaborati da Sclavi)
Eppure Dylan Dog è italiano nell'animo, infatti (che sia intenzionale o meno, e io propenderei per il meno) tutti i suoi autorihanno tracciato le proprie personalità nelle rispettive sceneggiature, anche solo nel modo di narrare l'approccio dei dialoghi nei confronti del lettore: nel loro stile si percepisce inevitabilmente quel qualcosa di antico e moderno al tempo stesso, ma sempre (o quasi) molto vicino a tutti noi che siamo cresciuti in un certo tipo d'ambiente
Per fare un paragone azzardato, è un po' come vedere un film della trilogia del dollaro di Sergio Leone: vi rendete conto che si, state guardando un western, che il palcoscenico è l'America per eccellenza....ma in realtà state più che altro assaporando una storia dal gusto epico e melodrammatico figlia di quella teatralità narrativa che (forse troppo spesso inconsapevolmente) ci ha portato alle vette della creatività mondiale
 
Intervista a Tiziano Sclavi, il tanto immenso quanto schivo padre di Dylan

Senza Fede ne Eresia

Senza Diavolo ne Dio

Il successo di Dylan Dog resta senza dubbio qualcosa di stupefacente, e questo proprio a causa della sua qualità intrinseca che farebbe pensare ad un fenomeno nato per essere di nicchia, dedicato ad un pubblico ristrettissimo: ed in un certo qualmodo forse così resta ed è sempre stato, anche ai picchi della sua risonanza più nazionalpopolare.
Perché per alcuni (e non sono pochi) DyD è stato "solo" una moda, un fumetto provocatorio, una becera dose di splatter, un bel vedere sia nel senso femminile che quello maschile, una scorpacciata di ironia e humor nero...ed effettivamente Dylan Dog è senz'altro tutto questo, come dice Sclavi si parla pur sempre di un (capo)lavoro d'artigianato e la somma di questi elementi è li per essere apprezzata

Le Vie dei Colori di Claudio Baglioni, protagonista dell'albo omonimo
Eppure la più grande forza di Dylan è stata proprio quella di andare oltre tutto questo, oltre i canoni dei fumetti (come detto) ma anche e sopratutto da quegli stessi canoni che Dylan Dog si era imposto: è quello che si realizza quando ci si trova di fronte a storie come Il lungo addio (dove i classici horror, black humor e splatter vengono dimenticati), o Johnny Freak e quello che resta forse il capolavoro più univesale e complessivo di tutte queste sue qualità e controqualità: Memorie dall'Invisibile
PS: alla fine le pippe mentali c'erano comunque, poco da fa x_x

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :