Dylan Dog 326 - Sulla Pelle | Recensione

Creato il 30 ottobre 2013 da Xab @Xabaras89
Niente battute facilone sul titolo, che mica siamo i Vanzina, oh
Ci eravamo lasciati il mese scorso con l'inizio della Fase 1, l'approdo della supervisione Recchioni e una bella storia criptica e da ampie riletture che segnava il graditissimo ritorno di Carlo Ambrosini, ed ecco che ci ritroviamo con il secondo esponente della rinnovata sottoscuderia bonelliana

Tatuaggi e "Voodoo" Made in Polinesia

La storia di questo 326, opera di Bruno Enna, mi ha ricordato nel suo stampo lo stile di film e telefilm anni '90 (lo so che ultimamente sembra una mia fissa, ma vi giuro che è un caso!)
C'è in particolare un classico accavallarsi di giallo-noir poliziesco con il sovrannaturale di stampo esotico, sciamanico

Bello ?

Umh si. Ma c'è un umh davanti, e voglio che sia chiaro:
Sulla Pelle è una storia che ti prende, molto incalzante e senza i più complessi risvolti di Una nuova vita, e l'elemento di fascino principale che me l'ha fatta gradire è in realtà dipeso da due fatti miei:
  • A) Sono un tatuato amante del concetto stesso dietro al Tatuaggio, estetica a parte
  • B) Ho sempre avuto un debole per demonologie e sciamanismi di varia natura

Aldilà di questo, bene bravi bis...ma niente di che.
Bell'esercizio di stile e albo che porta a casa la pagnotta. 
Non che m'aspettassi qualcosa di memorabile eh, però forse qualcosa di più narrativamente rischioso, mordente e accattivante (un amaretto di saronno ?) si.

Disegni

Piero Dall'Agnol è un visionario, e si sa: il suo stile è matto, onirico e rende bene l'idea del concetto di incubo, spesso volutamente confusionario e "sregolato": 
Il che per Dylan Dog va benissimo eh, ma su storie classiche e chiare come questa sinceramente l'ho trovato un po' stonato:
Sulla Pelle per intenderci io l'avrei vista più come una storia da Montanari & Grassani, e devo dire di non aver apprezzato granché nemmeno l'impaginazione con alcune vignette "a rombo" in alternanza

Conclusione

In buona sostanza, se dovete farvi un viaggetto in treno e avete tre euro che v'avanzano compratelo senza remore, ma se non siete affetti dall'orrido morbo del collezionismo potete benissimo lasciarlo dov'è in edicola, sempre che non siate in procinto di tatuavi (che forse la Polinesia di sti tempi non è più così lontana)

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